Isola Verde, asta deserta per l'ex colonia marina. Sarà riproposta per 399mila 999 euro, ma vale 2milioni

Isola Verde, asta deserta per l'ex colonia marina. Sarà riproposta per 399mila 999 euro, ma vale 2milioni
CHIOGGIA - L'ex colonia marina svizzera Leone XIII dell'Isola Verde, (successivamente sede dell'istituto alberghiero, quindi acquistata da una società privata...

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CHIOGGIA - L'ex colonia marina svizzera Leone XIII dell'Isola Verde, (successivamente sede dell'istituto alberghiero, quindi acquistata da una società privata ora fallita) è rimasta ancora una volta invenduta. Sarà riproposta al miglior offerente il 18 aprile, per appena 399 mila 999 euro a fronte del valore stimato di ben due milioni 27 mila. L'ultimo vano tentativo di vendita risale al 1° febbraio scorso. Non s'era presentato nessuno nonostante il prezzo teoricamente assai invitante: 481 mila 16 euro. Corre voce che, nelle settimane scorse, qualcuno si sia recato a visitare l'immobile. Potrebbe, dunque, trattarsi della volta buona. I privati potranno partecipare all'asta pubblica presentandosi personalmente, oppure facendosi rappresentare da un legale. E' opinione diffusa che l'insuccesso dei numerosi tentativi di vendita succedutisi nel corso degli anni debba essere attribuito ad una molteplicità di fattori. Distante da Sottomarina in linea d'aria appena qualche centinaio di metri, Isola Verde (compresa tra le foci del Brenta e dell'Adige) può essere raggiunta solamente dalla Romea seguendo un itinerario tortuoso, lungo una decina di chilometri.

DA NORD

Chi proviene da nord è giocoforza costretto ad attraversare la statale, sfidando il traffico pesante; impresa non facile durante l'estate e nelle ore di punta. Identico, il disagio per chi esce, intenzionato a dirigersi verso sud. Con ogni probabilità nessuno ha osato sinora scommettere sulle grandi potenzialità del litorale compreso fra gli estuari del Brenta e dell'Adige, sinora teoriche. E' un dato di fatto che non sussiste alcuna certezza nel merito del progetto per la realizzazione della prevista diga ponte sul Brenta contro la risalita del cuneo salino (sormontata da una carreggiata per veicoli)che ridurrebbe drasticamente le distanze tra Sottomarina e l'Isola Verde. La situazione potrebbe sbloccarsi solamente qualora il Governo si dichiarasse ufficialmente disposto a rifinanziarla. Fino a ieri sono arrivate solamente promesse, nonostante gli appelli del Comune e degli agricoltori. Gli ortolani sono disperati perché nei periodi di magra l'acqua di mare risale dalla foce ben oltre Codevigo, devastando le colture. Approvati e finanziati, i lavori per la realizzazione della diga ponte furono bloccati una dozzina d'anni fa a causa delle azioni legali intraprese dai titolari di alcune darsene presenti a monte rispetto al sito. L'iter del contenzioso, rivelatosi alquanto complesso, si concluse col via libera ai lavori solamente tre anni fa, quando ormai i costi dei materiali edili erano lievitati ben oltre gli aggiustamenti al rialzo previsti a norma di legge. Divenuto assolutamente inadeguato, il compenso così calcolato finì per indurre l'impresa appaltatrice a dare forfait.

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Il Gazzettino