Chioggia e la sua "barriera corallina": «Le Tegnue tornino al Comune, è il custode naturale»

Chioggia e la sua "barriera corallina": «Le Tegnue tornino al Comune, è il custode naturale»
CHIOGGIA - Il comune di Chioggia potrebbe tornare presto ad essere il custode delle Tegnue. Tale, infatti, è la richiesta appena presentata alla Regione Veneto, basata su...

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CHIOGGIA - Il comune di Chioggia potrebbe tornare presto ad essere il custode delle Tegnue. Tale, infatti, è la richiesta appena presentata alla Regione Veneto, basata su un articolato protocollo di gestione, della durata di sei anni, ma rinnovabile, che dovrebbe favorire l'accoglimento della richiesta. Se la cosa diventerà realtà (e, a quanto pare, le premesse istituzionali ci sono tutte) si chiuderebbe il cerchio di una vicenda iniziata vent'anni fa.

IL PIONIERE

Fu il pioniere Piero Mescalchin che, nel 2002, ottenne il primo risultato tangibile del suo continuo lavoro di valorizzazione e promozione di quell'area, con l'istituzione della Zona di tutela biologica da parte del ministero dell'Agricoltura dell'epoca. Le Tegnue, infatti, potrebbero essere considerate, per conformazione e ricchezza biologica, una sorta di barriera corallina dell'Adriatico, uno scrigno di biodiversità da conservare per ragioni ambientali, culturali e turistiche. Tuttavia proprio questa idea di tutela, nel corso degli anni, ha avuto un'evoluzione pratica altalenante e lo stesso Mescalchin ha più volte evidenziato le violazioni ai danni di questo mondo ad opera di pescherecci, i danneggiamenti alle boe che segnano i percorsi di visitazione subacquea, la mancanza di vigilanza da parte delle forze dell'ordine e lo scarso sostegno economico all'Associazione Le Tegnue che si è sempre fatta carico della promozione (libri, video, ecc.), del monitoraggio e della infrastrutturazione dell'area. Il tutto aggravato da un'incertezza normativa di fondo. Il Comune, infatti, era già stato delegato dalla Regione Veneto, a fine 2007, alla gestione temporanea delle Tegnue, a titolo sperimentale, fino al 30 aprile 2016. E gli anni successivi, che la stessa amministrazione comunale oggi definisce «di vuoto», sono stati quelli più controversi. «Dopo anni in cui abbiamo sentito parlare di Tegnue abbandonate, svendute o regalate ad altri dice l'assessore all'Ambiente Serena De Perini - finalmente il Comune, con una forte presa di posizione, si assume la responsabilità della gestione di un sito meraviglioso, non solo dal punto di vista ambientale, ma anche turistico». Nel progetto il Comune ha coinvolto altri enti quali partner tecnico-scientifici: il Parco Regionale Delta del Po, l'Ispra, il Dipartimento di Biologia dell'Università di Padova, ma il sindaco ha anche espresso nuove idee su come provvedere alla vigilanza dell'area.

SORVEGLIANZA

«Quando saremo operativi spiega Armelao - scriverò alle forze di polizia che hanno i sommozzatori, per creare una convezione con loro affinché possano immergersi alle Tegnue durante le loro esercitazioni così da mantenere vigilata la zona». E aggiunge: «Anche questo risultato è la dimostrazione di come la nostra Amministrazione stia governando con serietà e lungimiranza e finalmente dopo anni di assoluta incertezza si metterà la parola fine alla questione Tegnue».
 

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Il Gazzettino