CHIOGGIA E’ di Carpenedo, sui 60-65 anni, ha un pizzetto e guida una Renault station wagon grigia. Questo l’identikit, fornito da un’associazione animalista,...
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«Quello che ha fatto è davvero pericoloso – dice Loretta Boscolo, responsabile dell’Apa di Chioggia – il cane era legato al cancello ma avrebbe potuto slegarsi e finire in mezzo alla Romea che dista pochi metri dal nostro ingresso, e finire per essere travolto da qualche auto o, anche, provocare un incidente».
LA VICENDA
Tutto era iniziato verso le 13.30 di giovedì al rifugio Enpa di Mira, dove l’uomo si era presentato con il cane, di nome Orso, chiedendo di accoglierlo perché, causa trasloco, non poteva più tenerlo. Le volontarie presenti gli hanno detto di non avere posto nella struttura ma che se lui avesse lasciato dati e foto, avrebbero cercato qualcuno che lo adottasse. Lui ha fornito qualche informazione, ma poi ha detto di voler trovare un posto a Chioggia e se n’è andato. Verso le 14.15 a Chioggia Loretta Boscolo è stata avvertita, da qualche passante, che c’era un cane legato fuori dal cancello (chiuso) del rifugio di Sant’Anna e si è precipitata sul posto ricevendo, negli stessi minuti, il messaggio delle colleghe di Mira. Il cane, spaurito ma docile, è stato portato nel rifugio e alloggiato nella sezione sanitaria, dove verrà tenuto sotto osservazione dei veterinari Ulss, vaccinato e microchippato e, quindi, reso adottabile. Intanto è partita la caccia all’uomo che, approfittando della momentanea chiusura del rifugio, ha abbandonato il cane. «Piuttosto che abbandonarli – dice la Boscolo – è sicuramente meglio che i cani vengano portati qui. Qualche tempo fa dei cuccioli rubati a Bologna erano stati abbandonati qui, ma in una scatola di cartone messa accanto alle auto parcheggiate all’interno. Noi i cani abbandonati li dobbiamo accogliere per legge. Se qualcuno ce li porta dicendo “l’ho trovato” ce ne facciamo carico, ma se vengono lasciati in quel modo, creando pericolo per tutti, allora non va bene». Ieri l’uomo che aveva abbandonato il cane non ha avuto ripensamenti o pentimenti e non si è fatto vivo, né a Mira, né a Chioggia ma, dice la Boscolo, «prima o poi lo identificheremo».
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Il Gazzettino