Chioggia, allarme baby gang: pestaggi e atti vandalici. «Non servono risposte di tipo autoritario»

CHIOGGIA - «Il numero dei reati commessi a Chioggia è molto inferiore alla media regionale, ma occorre fare attenzione alle situazioni di disagio giovanile e...

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CHIOGGIA - «Il numero dei reati commessi a Chioggia è molto inferiore alla media regionale, ma occorre fare attenzione alle situazioni di disagio giovanile e familiare, causate dai problemi socio economici e dall’uso di sostanze stupefacenti». La comandante della compagnia carabinieri di Chioggia, capitano Martina Perazzolo, ha riassunto così la situazione della “sicurezza” in città, rispondendo alla domanda che le era stata posta dai soci del Rotary Club di Chioggia, presieduto dall’ingegner Paolo Bertotto, al ritrovo conviviale organizzato alcuni giorni fa e al quale era stata invitata proprio per parlare di ordine pubblico in uno dei momenti clou che caratterizzano questa problematica.

È nel corso dell’estate, infatti, che si acuiscono alcuni fenomeni, come il commercio abusivo e il consumo di alcool e droga, legati al grande afflusso di persone, della più svariata provenienza, in città. Quest’anno, poi, subito dopo Ferragosto, l’attenzione delle istituzioni si è puntata su un paio di situazioni problematiche (piazzale Europa e Capo Est) con interventi d’autorità anche del sindaco, tesi a “bonificare” quei luoghi da determinate frequentazioni.

La comandante non ha fornito dati statistici (da alcuni anni la comunicazione delle forze dell’ordine non contempla più questo tipo di informazioni) ma ha assicurato, come avevano fatto in passato anche i suoi predecessori, che Chioggia è una «città sicura». Totalmente assenti, da anni, i “veri” fatti di sangue, resta un panorama di piccoli reati contro il patrimonio nel quale spiccano episodi come le due “spaccate” all’Eurospar di viale Mediterraneo e alla gioielleria Blue Spirit del Clodì, peraltro senza danni alle persone. Feriti lievi si sono visti in occasione di qualche scippo e di qualche litigio (quelli intorno al Capo est). Ma qui entriamo nelle situazioni di marginalità sociale che vedono protagonisti persone, ben conosciute dalle forze dell’ordine, con problemi di dipendenza.

CRIMINALITÀ GIOVANILE

E poi c’è il grande problema dalle baby gang che compiono non solo vandalismi ma vere e proprie aggressioni nei confronti di altri ragazzi (va ricordato il pestaggio di una ragazzo polesano all’inizio di luglio per pochi euro) e scorrazzano per la città sporcando e rompendo quel che capita (piazzale Europa e lungo Lusenzo). I problemi legati all’uso di sostanze stupefacenti ed al disagio socio-economico di un numero sempre più importante di famiglie «potrebbero creare già ora, se non sicuramente in futuro, situazioni di deterioramento del livello di “percezione” dello stato di sicurezza», ha osservato la comandante Perazzolo, stimolando anche le osservazioni del sindaco, Mauro Armelao, presente alla serata, che ha nesso in campo anche la sua esperienza di poliziotto. Tutti hanno concordato che le situazioni critiche sono note e vanno seguite e monitorate: da evitare assolutamente che persone che stanno vivendo un disagio si sentano abbandonate e lasciate al loro destino. La risposta, di tipo autoritario, sembra al momento non percorribile e comunque non sembra aver dato risultati: il coinvolgimento delle famiglie e della scuola andrebbe stimolato, l’intervento di personale qualificato ed allo scopo preparato («un maggior numero di assistenti sociali – ha detto il sindaco – aiuta il lavoro delle forze dell’ordine») incrementato. 

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Il Gazzettino