Chioggia, auto del dirigente di polizia sfregiata dopo i Daspo per 4 ultras: liquido corrosivo sul cofano e scritte offensive

Auto del dirigente di polizia sfregiata dopo i Daspo per 4 ultras: liquido corrosivo sul cofano e scritte offensive
CHIOGGIA - «Per farci fuori dovrete diffidarci fino all’ultima ultras. Ma ci troverete nelle strade». Se questa frase, comparsa sulla pagina facebook degli...

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CHIOGGIA - «Per farci fuori dovrete diffidarci fino all’ultima ultras. Ma ci troverete nelle strade». Se questa frase, comparsa sulla pagina facebook degli ultras chioggiotti, lo scorso 7 aprile, voleva essere una promessa (o una minaccia?), sembra proprio che sia stata mantenuta. Sabato mattina, il dirigente del commissariato della Polizia di Stato, Gianlorenzo Giannattasio, andando a prendere l’auto, parcheggiata sotto casa, per recarsi a lavoro, se l’è ritrovata “sfregiata”: un qualche liquido corrosivo era stato versato sul cofano dove era stato attaccato anche un adesivo con le scritte “Acab” (acronimo di un insulto nei confronti dei poliziotti) e “Curva sud” con tanto di logo degli ultras, come fosse una firma. 

ASPETTI INQUIETANTI

L’episodio, al di là dei danni materiali, presenta un aspetto inquietante. E cioè che qualcuno si è preso la briga di reperire due informazioni che non sono precisamente di dominio pubblico; ovvero quale fosse l’auto privata del commissario e dove fosse la sua abitazione, in modo da poter “colpire” lontani dagli occhi delle telecamere che, nei dintorni del commissariato, avrebbero potuto registrare qualcosa. Immediate le reazioni si solidarietà nei confronti di Giannattasio. La prima quella del Sap (Sindacato autonomo di Polizia) che definisce «individui che non hanno nulla a che vedere con lo sport» gli autori del gesto vandalico e intimidatorio. «Ora speriamo - aggiunge il sindacato - che magistratura e forze dell’ordine assicurino alla giustizia in tempi brevi chi o coloro hanno fatto questo grave ed intimidatorio gesto. Il Sap, oltre alla solidarietà e alla vicinanza al Dirigente, a tutto il personale del Commissariato per il lavoro quotidiano svolto, sarà al loro fianco per isolare individui che nulla hanno a che spartire con la serena popolazione sportiva di Chioggia». Anche il sindaco, Mauro Armelao, poliziotto e sindacalista di Polizia, ha parole di sostegno per il collega. «Chioggia è una città che ama lo sport dice - una città che ha “sfornato” tanti campioni, non solo di calcio. Condanno ogni forma di violenza, minaccia e intimidazione verso chiunque, perché lo sport è ben altra cosa. Colpire il Dirigente del Commissariato equivale a colpire l’intero corpo della Polizia di Stato a cui va la mia infinita stima, in primis da collega e poi da sindaco». Premesso che chiunque può entrare in possesso di un adesivo e usarlo per depistare le indagini, l’episodio si inserisce in un clima di tensione che dura da tempo. L’ultima provocazione degli ultras chioggiotti è stata il lancio di fumogeni, nella partita contro l’Adriese, il 5 marzo: per quel gesto sono arrivati 4 daspo nei loro confronti e la loro reazione è stata quel post che accusava le forze dell’ordine di essersi «inventati il reato», di aver compiuto un «abuso», aggiungendo affermazioni di orgoglio e fierezza della propria identità e facendo intendere, con quel «ci troverete nelle strade» possibili ritorsioni.

SOTTO OSSERVAZIONE

In realtà gli ultras clodiensi sono “sotto osservazione” da tempo, un po’ per il coinvolgimento di due loro leader, Sandro e Giorgio Furlan, padre e figlio, in un’inchiesta sul traffico di cocaina a Chioggia (“Tsunami”), un po’ per l’arrivo di alcune “giovani leve” dal temperamento aggressivo (soprattutto in trasferta) e provocatorio (in città e allo stadio). L’anno scorso avevano imbrattato i muri di diverse case con scritte inneggianti a se stessi con retoriche parole d’ordine su “onore e orgoglio”. Più di recente hanno messo in atto una campagna di contestazioni contro il capitano della squadra, si presentano alle partite con magliette nere (il colore della squadra è granata) e la scritta «quelli come noi non mollano mai, (con implicito riferimento ad un vecchio motto fascista). Un comportamento che ha già ridotto sensibilmente il numero dei tifosi che frequentano la curva sud, ormai non più di una cinquantina.

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Il Gazzettino