OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
CHIOGGIA - «Per farci fuori dovrete diffidarci fino all’ultima ultras. Ma ci troverete nelle strade». Se questa frase, comparsa sulla pagina facebook degli ultras chioggiotti, lo scorso 7 aprile, voleva essere una promessa (o una minaccia?), sembra proprio che sia stata mantenuta. Sabato mattina, il dirigente del commissariato della Polizia di Stato, Gianlorenzo Giannattasio, andando a prendere l’auto, parcheggiata sotto casa, per recarsi a lavoro, se l’è ritrovata “sfregiata”: un qualche liquido corrosivo era stato versato sul cofano dove era stato attaccato anche un adesivo con le scritte “Acab” (acronimo di un insulto nei confronti dei poliziotti) e “Curva sud” con tanto di logo degli ultras, come fosse una firma.
ASPETTI INQUIETANTI
L’episodio, al di là dei danni materiali, presenta un aspetto inquietante. E cioè che qualcuno si è preso la briga di reperire due informazioni che non sono precisamente di dominio pubblico; ovvero quale fosse l’auto privata del commissario e dove fosse la sua abitazione, in modo da poter “colpire” lontani dagli occhi delle telecamere che, nei dintorni del commissariato, avrebbero potuto registrare qualcosa. Immediate le reazioni si solidarietà nei confronti di Giannattasio.
SOTTO OSSERVAZIONE
In realtà gli ultras clodiensi sono “sotto osservazione” da tempo, un po’ per il coinvolgimento di due loro leader, Sandro e Giorgio Furlan, padre e figlio, in un’inchiesta sul traffico di cocaina a Chioggia (“Tsunami”), un po’ per l’arrivo di alcune “giovani leve” dal temperamento aggressivo (soprattutto in trasferta) e provocatorio (in città e allo stadio). L’anno scorso avevano imbrattato i muri di diverse case con scritte inneggianti a se stessi con retoriche parole d’ordine su “onore e orgoglio”. Più di recente hanno messo in atto una campagna di contestazioni contro il capitano della squadra, si presentano alle partite con magliette nere (il colore della squadra è granata) e la scritta «quelli come noi non mollano mai, (con implicito riferimento ad un vecchio motto fascista). Un comportamento che ha già ridotto sensibilmente il numero dei tifosi che frequentano la curva sud, ormai non più di una cinquantina.
Leggi l'articolo completo suIl Gazzettino