Strada ricoperta di chiodi artigianali: tre auto con le gomme forate e il mistero dell'autore

I chiodi raccolti in via don Giuseppe Lago
CITTADELLA (PADOVA) - Cosa ci facevano dei chiodi a più punte, una cinquantina alla fine quelli raccolti e tre gli pneumatici di altrettante vetture forati,...

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CITTADELLA (PADOVA) - Cosa ci facevano dei chiodi a più punte, una cinquantina alla fine quelli raccolti e tre gli pneumatici di altrettante vetture forati, all’ingresso di una via che porta tra i campi dove abitano due famiglie? Difficile dare al momento una risposta, ma quanto accaduto ieri crea non poca apprensione e lascia perplessi. A Cittadella, all’ingresso del tratto secondario di via Don Giuseppe Lago, civici dal 7 all’11, ieri mattina nei primi dieci metri d’asfalto sono stati rinvenuti cinquanta pezzi di chiodi a più punte, tutti fatti artigianalmente, di diversa tipologia e dimensioni. 

LA ZONA

La via si trova in una zona ancora ricca di campagna, a nord della città murata, nei pressi della frazione di Laghi. Strada laterale verso ovest dell’omonima principale Don Giuseppe Lago, all’incrocio con via Cavin Lungo che porta ad est. I fatti li ripercorre il signor Riccardo Rebellato di 45 anni e cominciano domenica scorsa, ma solo ieri la vicenda ha preso una piega certamente seria, che esce dalla casualità di una gomma forata. 
«Domenica scorsa, il 5 novembre, tre le forature di pneumatici - spiega Rebellato - Una alla mia macchina, un’altra alla vettura di mio fratello e la terza all’auto del mio vicino. Non abbiamo assolutamente pensato ci fosse qualche cosa che non andasse anche se il chiodo, l’unico, rinvenuto nello pneumatico di mio fratello era strano essendo fatto a più punte con evidenti saldature di vari altri chiodi senza testa. Ma oggi (ieri per chi legge, ndr) è successa la cosa veramente angosciante». Appunto ieri mattina il ritrovamento di diverse decine di chiodi modificati e così si è capito che le forature non erano casuali. 

LA SCOPERTA

«Mia sorella è andata a camminare alle 6 del mattino - indica Rebellato - vicino allo stop della via ha trovato in centro alla strada un chiodo a più punte. Ha osservato con più attenzione e ha cominciato a vederne altri». Nessuna casualità. È andata ad informare il fratello. «Ci siamo messi a controllare in otto persone, c’era anche una bambina di 6 anni ed alla fine nei primi dieci metri di strada ne abbiamo recuperati una cinquantina. Erano nell’erba ai lati della strada, ma anche mimetizzati con il grigio chiaro dell’asfalto. Non sono pezzi di fabbrica fatti in modo industriale. Sono tutti realizzati artigianalmente unendo più chiodi ai quali sono state tolte le teste e in alcuni sono saldate anche delle viti». L’uomo è andato dai carabinieri con alcuni esemplari, trattenuti dai militari, ha esposto quanto accaduto e dopo di lui il fratello ed il vicino le cui forature quindi non so state fortuite. Insomma, qualcuno ha buttato i chiodi la settimana scorsa e deve averlo rifatto a questo punto nella notte tra sabato e domenica gettandone molti di più. «Non erano in un solo punto come se fossero caduti, ma sparsi all’ingresso della via». Si cerca di capire il motivo di questo gesto. Le due famiglie di residenti vanno d’accordo, ottimi i rapporti di vicinato. Famiglie normalissime che escludono che ci siano terze persone che ce l’hanno con loro. Assolutamente mai minacce di nessun genere come pure atti vandalici. Lo stesso dicasi nei rapporti con i proprietari dei fondi presenti sulla strada che poi da asfaltata continua tra i campi arrivando a Santa Croce Bigolina.


«Il fatto è inspiegabile - conclude Rebellato - Consideriamo che qui c’è un ampio passaggio di persone a piedi, di corsa ed in bici, anche con bambini ed animali e c’è il transito della Maratonina della Città Murata. Al di là del danno materiale, erano un grave pericolo prima di tutto per le persone. Questo è stato ed è il nostro primo pensiero. Adesso non possiamo fare altro che stare molto attenti». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino