Incubo chiodi sparsi su argini e sentieri: l'oscura guerra di alcuni vandali residenti contro ciclisti e runner

Chiodi sparsi sull'argine
MONSELICE - Colli Euganei: l'incubo chiodi fa davvero paura a ciclisti e runner. Si moltiplicano le segnalazioni di sportivi che, mentre percorrono gli argini e i...

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MONSELICE - Colli Euganei: l'incubo chiodi fa davvero paura a ciclisti e runner. Si moltiplicano le segnalazioni di sportivi che, mentre percorrono gli argini e i sentieri dei colli, si imbattono in oggetti appuntiti di metallo messi in terra da ignoti residenti del posto. A volte sono chiodi pericolosamente piegati ad arte per bucare le gomme delle biciclette, altre volte puntine da disegno o robuste barre di aculei nascoste tra gli sterrati. Come vere e proprie trappole, chiunque vi si imbatta rischia di tornare a casa spingendo la bici a mano. L'ultima segnalazione arriva da Monselice, in località Rivella, dove una giovane sportiva di Montegrotto ha rinvenuto dei chiodi arrugginiti lasciati sull'argine. Secondo le testimonianze, si tratterebbe di oggetti sparsi di recente.

Il percorso lungo il Bisatto è battuto quotidianamente anche da famiglie che passeggiano con bambini e portano a spasso i cani: la presenza di questi oggetti costituisce un rischio concreto di ferite ai piedi o alle zampe degli animali. Questi atti vandalici si stanno diffondendo sempre più in territorio euganeo, dove chi non ama la presenza di ciclisti compie questi atti incomprensibili, soprattutto se commessi in aree di pubblico transito. Qualche mese fa, è incappata in un chiodo anche la mountain-bike di Sergio Trovò, presidente del Gruppo Ciclistico San Bortolo: «Vado in bicicletta da 40 anni e una cosa del genere non mi era mai capitata. Fortunatamente, noi abbiamo delle ruote con un liquido all'interno che ripara le forature, ma penso a chi ha una bici normale o alle tante famiglie che ultimamente si sgranchiscono le gambe sull'argine». Dall'inizio della pandemia, infatti, le persone si dedicano sempre più all'attività sportiva individuale all'aperto, perché non comporta assembramenti ed è più sicura. «È un fatto sano - ribadisce Trovò - e come tale va tutelato, garantendo la pacifica coesistenza tra podisti e ciclisti». Trovare una soluzione al fenomeno, tuttavia, pare più complicato, ma la sindaca Giorgia Bedin non vuole lasciare niente di intentato: «Cercheremo di controllare meglio gli argini».

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Il Gazzettino