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MONSELICE (PADOVA) - Torna l'incubo chiodi sull'argine del Bisatto. I pescatori agonistici: «Ne abbiamo raccolti un chilo e mezzo». Già l'anno scorso, in località Rivella, era stata segnalata la presenza di oggetti appuntiti metallici messi in terra da ignoti. A volte erano chiodi pericolosamente piegati ad arte per bucare le gomme delle biciclette, altre volte puntine da disegno o robuste barre di aculei nascoste tra gli sterrati. Ma ora la situazione fa davvero paura e non può più - se mai lo fosse stato - essere rubricata come una ragazzata. In prossimità del confine tra Monselice e Battaglia Terme, alcuni pescatori hanno di recente rinvenuto una gran quantità di chiodi arrugginiti e piegati malamente, del tutto simili a quelli utilizzati dai muratori per fissare i pannelli in legno delle armature. Se ci si passa sopra, si alzano e la probabilità di rimediare una gomma bucata è alta. Il luogo del loro ritrovamento non è casuale: erano stati lasciati nei primi metri dello sterrato accanto alla strada asfaltata, dove i pescatori o gli amanti delle camminate parcheggiano per poi muoversi lungo l'argine. Al limite, di sera ci va qualche coppietta per appartarsi. A sentirsi chiamati in causa, però, sono i pescatori agonistici, che spesso si appostano in quelle zone per godere della propria attività.
«Qualcuno non ci vuole»
Ne parla Fausto Ferrarese, responsabile tecnico dell'associazione Project Carp Team: «È qualcuno che non ci vuole. Già ad aprile l'auto di un nostro socio era stata danneggiata e avevamo raccolto un chilo abbondante di chiodi. Stavolta ne abbiamo eliminati ben di più, ma non siamo riusciti a ripulire completamente la zona. Servirebbero calamite potenti». La preoccupazione di Ferrarese è evidente, perché domani e domenica si terrà una gara di pesca sportiva proprio in quelle zone.
Il sospetto
«Secondo me non è gente della zona - ipotizza Ferrarese - In quel punto non ci sono case e le abitazioni più vicine sono villa Emo Capodilista e un bed and breakfast che si trovano a centinaia di metri. Fatto sta che ora quella postazione di pesca non è più sicura». Ma potrebbe farsi strada anche un'altra ipotesi. Gli appassionati del carp-fishing hanno con sé attrezzature molto costose, canne, mulinelli e sonar. Se uno di quei chiodi riesce a bucare una ruota, qualcuno di loro potrebbe trovarsi impossibilitato a rientrare a casa. Nel frattempo, qualche malintenzionato potrebbe approfittarne per rubare gli strumenti. L'associazione non ha al momento sporto denuncia, ma non esclude di farlo a breve. «Qualcuno non vuole tutto questo lungo gli argini del Bisatto - concludono i pescatori - Ma noi lo troveremo e poi ne parleremo».
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