Rasa al suolo la siepe che proteggeva la chiesa, la rabbia del parroco

La chiesetta estiva di via dei Lecci a Eraclea Mare
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ERACLEA - «Mi chiedo come sia stato possibile che qualcuno abbia potuto fare un simile gesto, tagliare la siepe che circonda una chiesa senza avere alcuna autorizzazione». Le parole sono quelle di don Mirco Pasini, parroco della chiesa di San Ferdinando Re di Torre di Fine e della chiesa Santa Croce, la chiesetta estiva che si trova a Eraclea mare in via del Lecci, circondata dalla pineta e da una siepe. Ma proprio la siepe è diventata negli ultimi tempi un “problema”. E a quanto pare non da poco. Nelle scorse settimane la lunga aiuola che circonda l’area religiosa è stata infatti potata da alcuni privati. Un gesto non concordato con la parrocchia, scoperto dallo stesso sacerdote ancora prima di Pasqua ma reso noto pubblicamente solo ieri, aspettando dunque che si concludessero tutti gli appuntamenti pasquali, con la speranza che nel frattempo che gli autori uscissero allo scoperto.

«Con grande rammarico – spiega il parroco – è stata completamente tagliata la siepe che circonda la chiesetta di Eraclea mare e che assicurava ai fedeli la necessaria privacy e l’opportuno raccoglimento. L’altezza ora è meno di un metro, praticamente dall’altare si vedranno i passanti mentre passeggiano, compresi i turisti mentre vanno in spiaggia in costume. La siepe con quell’altezza attenuava le distrazioni, sia per chi prega e per chi celebra. Considero quanto accaduto un danno e una mancanza di rispetto. Eppure il catasto e le planimetrie dei confini sono chiare: perché tagliare un bene che non ti appartiene?». A quanto pare ad attuare la potatura sarebbe stata qualche attività vicina, proprio guadagnare maggiore visibilità. «I volontari della nostra parrocchia non sono stati – prosegue il sacerdote – mi sono informato anche con il Comune e mi è stato spiegato che non hanno autorizzato un simile intervento nemmeno a Eps, la società partecipata che si occupa della manutenzione del verde pubblico. E’ evidente che qualcuno riteneva la siepe un ostacolo, prima di agire però era il caso di chiedere e di trovare eventualmente un accordo». Ed è proprio per questo che il parroco considera un oltraggio quanto accaduto, anche perché la prima messa estiva verrà celebrata nel primo sabato di giugno ed è difficile che la siepe possa nel frattempo crescere. «La siepe con quell’altezza aveva una sua logica – conclude don Mirco – vale a dire garantiva il necessario raccoglimento. Ora non sarà possibile. Era un problema estetico? Bastava parlarne, ora sono costretto a tutelare i fedeli, useremo dell’ombreggiante verde per garantire l’opportuna privacy».

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Il Gazzettino