Primi rintocchi delle campane dopo mesi di silenzio nella chiesa sul dirupo

La chiesa di San Martino Vescovo
VALLE DI CADORE - «Che bello sentir suonare le campane della nostra Pieve». Don Alessandro Coletti parroco di Valle di Cadore, ma anche di Venas e Cibiana, è...

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VALLE DI CADORE - «Che bello sentir suonare le campane della nostra Pieve». Don Alessandro Coletti parroco di Valle di Cadore, ma anche di Venas e Cibiana, è grato a chi si è prodigato per assicurare anche quest’anno quella melodia che annuncia la festa del patrono. E a Valle il patrono è San Martino al quale è dedicata l’omonima chiesa, tanto bella quanto famosa per le criticità statiche che più volte ne hanno impedito l’accesso come in questo lungo periodo. In vigilia ecco il suono delle sue campane, non a distesa perchè le vibrazioni sarebbero state pericolose, ma ritmate con delicatezza, il batacchio usato come tasto, per sprigionare note diverse, che unite tra di loro diventano una dolce melodia.

È il “campanot”, tradizione antica ma sempre viva, in molti paesi le campane vengono ancora suonate a mano per annunciare la festa come è successo a Valle, «con l’autorizzazione dei tecnici» puntualizza don Alessandro. Già perchè la parrocchiale resta osservata speciale mentre si continua con i sondaggi nel sottosuolo, operazione propedeutica all’avvio di quelle opere che la metteranno in sicurezza. 

«Se il tempo ci darà una mano, se l’inverno non porterà troppa neve si potranno avviare i primi interventi», è la speranza di don Coletti che da cadorino ben conosce la storia della chiesa di San Martino. E’ entrato nel suo nuovo incarico da ottobre non senza qualche preoccupazione per la situazione nel suo complesso, «certo che è una preoccupazione anche se un parroco si preoccupa prima per le pietre vive». Prima i fedeli ma poi come non compiacersi per il concorso corale di forze che si sono unite per salvare San Martino, ancora il parroco: «La cosa bella, pur nel brutto momento che vive la nostra comunità per la parrocchiale chiusa, è vedere quanto la gente ci creda, vedere che San Martino sta a cuore a tutti e questo è un segno importante. Anche il suono del campanot della vigilia del patrono è stato importante, un auspicio, la speranza che il prossimo anno i festeggiamenti per San Martino li potremo fare nella chiesa riaperta e sicura». 

Una speranza che unisce la comunità che dallo scorso 12 febbraio si sente orfana con le funzioni sacre continuano negli spazi del cinema Antelao. Dal canto suo il sindaco Marianna Hofer segue lo studio e la progettazione del versante della chiesa di San Martino che va avanti senza sosta forte del milione e 100 mila euro di finanziamento dai fondi Vaia. E assicura: «Quando approverò, in qualità di soggetto attuatore, il progetto lo comunicherò alla cittadinanza, cercando di decodificare tutti quei concetti ingegneristici che non sono poi così semplici».
 

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Il Gazzettino