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ROVIGO - Motoseghe, camion e ruspa con il gancio si sono messi in moto fin dalle 8 e in poche ore, ovvero già intorno a mezzogiorno, piazza XX Settembre era spoglia come mai si è vista. Sono iniziati così i roto. Riqualificazione annunciata da Palazzo Nodari, che passa attraverso l'abbattimento degli imponenti quanto pericolosi pini marittimi che la contornano, per far posto ai più solidi e duraturi sempreverdi lecci. Ma la fase di piantumazione dei nuovi alberi arriverà in un secondo momento. Per adesso a Rovigo si assiste al taglio delle alberature presenti, operazione che sebbene ampiamente motivata e messa in atto per ragioni di sicurezza pubblica, a colpo d'occhio toglie il fiato. E questo è innegabile, considerando anche la velocità con cui procede l'intervento.
IL CANTIERE
Nella mattinata di ieri sono stati tre in poche ore i pini marittimi abbattuti: giganti con i piedi d'argilla che per buona parte del pomeriggio hanno giaciuto a terra, con i tronchi distesi sul verde del grande prato delimitato, per l'occasione, dal nastro rosso e bianco del cantiere all'opera, arresi alla fine della loro esistenza e alla forza degli uomini, una decina, e dei mezzi all'opera.
NUOVI ALBERI
Al posto dei pini marittimi, invece, arriveranno 28 lecci distribuiti su due filari, lungo i lati maggiori del prato antistante la Rotonda. Saranno messi a dimora, come hanno spiegato nei giorni scorsi gli assessori Dina Merlo e Giuseppe Favaretto insieme al presidente di Asm Giuseppe Traniello Gradassi, subito dopo la fine dei lavori di abbattimento dei pini: attualmente quelli rimasti ancora in piedi sono 7, ma hanno i minuti contati. Oltre agli abbattimenti, le operazioni di riqualificazione prevedono la rimozione delle ceppaie e queste sono molte di più dei pini da abbattere. Sì, perché diverse appartengono ancora ai pini crollati a terra o abbattuti nel corso degli ultimi mesi, un po' a causa di qualche ondata di maltempo, come l'ultimo rovesciatosi lo scorso 22 novembre, un po' a causa della vecchiaia e dell'instabilità dell'apparato radicale. Non a caso lo scorso settembre ben 9 erano stati abbattuti, su indicazione del Comune e con il via libera della Soprintendenza, da Asm, società municipalizzata al 100% di proprietà del Comune, che gestisce il verde pubblico del territorio urbano. E proprio il presidente Traniello Gradassi ha chiarito che i lecci in arrivo saranno alti 4 metri con il tronco della circonferenza di 30-35 centimetri. La scelta dei lecci, anche questa approvata dalla Soprintendenza, è stata la conseguenza di un lungo lavoro di studio: «I lecci - aveva chiarito l'assessore Merlo - sono piante autoctone e sempreverdi, e appartengono alla stessa famiglia della quercia. La loro presenza consentirà una maggiore visuale della piazza e della Rotonda perché sono alberi dalla chioma che si sviluppa in verticale». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino