Chiari e Forti, mezzo milione mai versato ai lavoratori: «Processo a Malgara»

Chiari e Forti, mezzo milione mai versato ai lavoratori: Giulio Malgara a processo
Mezzo milione di euro di prestazioni relative ad ammortizzatori sociali mai versato ai lavoratori ma comunque versati all'Inps in compensazione con altri versamenti dovuti....

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Mezzo milione di euro di prestazioni relative ad ammortizzatori sociali mai versato ai lavoratori ma comunque versati all'Inps in compensazione con altri versamenti dovuti. È l'ipotesi di reato per cui il sostituto procuratore Massimo De Bortoli ha chiesto il processo per Giulio Malgara, ex proprietario della Malgara Chiari e Forti di Silea, dichiarata fallita nel 2017. Ieri mattina a Treviso il dibattimento si è aperto con una eccezione di incompetenza territoriale presentata dall'avvocato Fabio Pinelli di Padova: la sede della società al tempo dei fatti era a Verona e i lavoratori che non hanno percepito la prestazione di integrazione erano occupati nello stabilimento di Trento. Ma un cavillo formale, relativo ad una posizione aperta dell'Inps di Trento con quello di Treviso, ha fatto sì che il giudice abbia riaffermato la competenza di Treviso. 


IL RITRATTO
Imprenditore di successo, capitano di industria amico anche di Silvio Berlusconi, un passato come presidente della Utenti Pubblicità Associati (dal 1984 al 2007), fondatore dell'Auditel di cui è stato anche presidente dal 1984 al 2016 e presidente della Lega Basket dal 1992 al 1994, Malgara è finito alla sbarra nella sua qualità, al tempo dei fatti, di rappresentante legale dell'azienda. Con lui a processo per il welfare fantasma c'è anche Nicola Zanetti, ex procuratore speciale della Chiari e Forti.

LA RICOSTRUZIONE

La vicenda risale al 2016, quando una verifica dell'Inps di Trento fa emergere come la Malgara Chiara e Forti avrebbe portato a compensazione con l'ente previdenziale 500mila euro di prestazioni di welfare erogate sotto forma di anticipazione a misure di sostegno del reddito. Il periodo è quello compreso tra gennaio e novembre del 2015, 11 mesi che coincidono con la fase acuta della crisi che affossa la liquidità della società, destinata da lì a due anni a portare i libri contabili in tribunale. La società di Malgara aveva iscritto, come uscita, quel mezzo milione e poi lo aveva compensato con altre trattenute previdenziali. Ma una verifica dell'Inps trentino, che pare essere scattata dopo una segnalazione dei lavoratori che invece non avevano visto un centesimo, aveva svelato che il versamento non era mai avvenuto. «A causa della crisi - è la tesi difensiva - la compensazione messa a bilancio è invece il frutto di una cattiva comunicazione tra l'azienda e il consulente del lavoro che, ritenendo erroneamente che i 500mila euro fossero stati in effetti saldati ha proceduto con le compensazioni».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino