Cena al buio "Senza Senso" con lo chef Emiliano, non vedente

Emiliano Galiazzo con Patrizia Del Monte
 La cucina è stata ed è la sua forza, lo stimolo quotidiano che l'ha spinto oltre l'ostacolo di non vedere più ciò che gli sta intorno ma...

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 La cucina è stata ed è la sua forza, lo stimolo quotidiano che l'ha spinto oltre l'ostacolo di non vedere più ciò che gli sta intorno ma solo di sentirlo, gustarlo e ricordarlo. Cuochi si nasce, cuochi si resta. Soprattutto quando a 26 anni ti capita di restare coinvolto in un gravissimo incidente stradale che mette a rischio la tua vita e, come estrema conseguenza, ti lascia cieco, al buio. Emiliano Galiazzo, veneziano, oggi ha 43 anni, è sposato, ha una figlia ed è un non-vedente. Malgrado l'handicap continua ad appassionarsi e a contagiare gli altri per la cucina. Ha organizzato corsi per non vedenti, ha insegnato a usare le mani senza avere la possibilità di guardare. Nella sua seconda vita ha conosciuto e stupito molti colleghi cuochi.


Tra loro particolare è stato l'incontro con Patrizia Del Monte, executive chef dell'agriturismo Segnavento di via Gatta a Zelarino e prossima concorrente veneto della trasmissione Cuochi d'Italia condotta da Alessandro Borghese (su Tv8). Proprio al Segnavento, lo chef Galiazzo organizza una serie di appuntamenti ribattezzati cena al buio Senza Senso. «E' un evento ad invito che solitamente ha un tema che può riguardare un genere di pietanza, una ricorrenza spiega lo stesso Galiazzo E' richiesta la prenotazione e nel presentare la serata spieghiamo che si tratta di una cena che si svolge in un ambiente totalmente buio, dove i commensali non vedono chi han vicino o di fronte, non riescono a guardare il cibo, dove sono le posate, dove sono le bevande. Servono delle accortezze per vivere a pieno l'esperienza in cui loro sono come noi: non vedono e devono solo toccare, assaggiare, capire, trasmettere con l'olfatto alla memoria che genere di cibo tanno mangiando. E' un'esperienza che proviamo a far vivere per esaltare appunto il gusto, per far provare le stesse sensazioni di fronte al cibo che abbiamo noi non vedenti. Patrizia è splendida, ci assiste in cucina, ci consente di usare lo spazio del Segnavento e ci sostiene. A servire in tavola i piatti sono dei non vedenti. E la luce, ma poca, arriva solo alla fine della cena per vedere quali erano i piatti serviti a tavola». Senza Senso ha una sua pagina social è sostenuto da amici e volontari. I piatti portano ognuno un nome e ad ogni portata lo chef Emiliano Galiazzo li descrive, li racconta, li trasforma in una storia da ascoltare. Ovviamente tutto rigorosamente al buio. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino