La scelta di chef David Marchiori, dalla Plip a Singapore: «Qui si lavora e i locali sono sempre aperti»

David Marchiori
MESTRE - In autunno, all'alba della seconda ondata del virus, aveva sfidato Dpcm e coprifuoco con una cena di gala antelucana che aveva tirato giù dal letto lo staff...

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MESTRE - In autunno, all'alba della seconda ondata del virus, aveva sfidato Dpcm e coprifuoco con una cena di gala antelucana che aveva tirato giù dal letto lo staff del sindaco Brugnaro e decine di amici pronti a manifestare solidarietà per i ristoratori colpiti da nuove limitazioni. Ora, dopo un inverno fatto di chiusure David Marchiori, chef dell'Osteria Plip di Mestre, è tornato ai fornelli, ma dall'altra parte del mondo. A Singapore gestisce Gio - Gourmet Italia osteria - un locale aperto da un manager italiano che gli ha lasciato carta bianca per far conoscere ai commensali dell'isola-stato il made in Italy della cucina.


Se da una parte del mondo si abbassavano le serrande, dall'altra si aprivano regolarmente. Così il ristoratore che aveva fatto parlare di sè a livello nazionale per la sua cena all'alba ha fatto la sua scelta. «Ho avuto un'occasione e l'ho colta - spiega al telefono dopo avere terminato il servizio serale - Singapore è un altro pianeta. Paradossalmente i ristoranti che in Italia sono visti come luoghi di contagio qui sono sempre stati aperti dopo il lockdown globale dello scorso anno».


Nel Paese asiatico del resto, dove pure i controlli e la quarantena sono ferrei, si va tranquillamente al ristorante. «Qui ci sono stati trenta morti in un anno, i locali non sono percepiti come luoghi di contagio. Il tracciamento avviene attraverso un'app sul telefono. Si può andare ovunque e la qualità della vita è alta. La scorsa settimana è scoppiato un piccolo cluster, i controlli e qualche restrizione sono aumentati ma l'attività è proseguita regolarmente».


Certo, un'altra storia rispetto a quanto vissuto da questa parte dell'emisfero, dove locali come l'Osteria Plip non hanno ancora riaperto. «È stato un anno devastante - prosegue Marchiori - queste aperture a singhiozzo sono state un dramma» In ogni caso, chiarisce lo chef, non ci sono avvicendamenti in vista nella compagine che gestisce il locale di via San Donà, nel quale peraltro lui continua a rimanere, dopo avere riavviato un complesso rimasto chiuso per decenni. «A malincuore ho dovuto lasciare la Plip, che da ottobre a oggi ha potuto tenere aperto soltanto per periodi molto brevi. Questo ha portato una situazione di difficoltà che speriamo di poter affrontare con i ristori promessi dal Governo, con i lavori che abbiamo svolto per conto del Comune all'epoca dei lavori di allestimento del locale e con le pastasciutte che prepariamo per i clienti, sperando che ci mettano in condizione per prepararle. Puntiamo a rimettere in carreggiata la cooperativa, a rimetterla in sesto, anche se la pandemia ha gravemente danneggiato un settore intero».
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Il Gazzettino