Dalla chat per incontri gay al ricatto: 42enne vicentino estorce 17mila euro a un 47enne

Dalla chat per incontri gay al ricatto: 42enne vicentino estorce 17mila euro a un 47enne
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PORDENONE - Dall'amicizia virtuale, nata su una chat dedicata a incontri omossessuali, fino ai ricatti estorsivi. Alessandro Franzoso, 42 anni, di Montorso Vicentino, ha approfittato dell'ingenuità e della fragilità della vittima (seguita da un amministratore di sostegno) per estorcegli 17mila euro a più riprese. Difeso dall'avvocato Matteo De Meo, l'uomo ieri è stato condannato dal giudice Alberto Rossi a 3 anni 10 mesi e 2mila euro di multa e lo ha interdetto dai pubblici uffici (il pm Monica Carraturo aveva concluso per 5 anni). La parte civile, rappresentata dall'avvocato Guido Rigolo, aveva revocato la costituzione nel corso del processo perchè Franzoso aveva in parte risarcito il danno. 


L'ESTORSIONE
La vicenda si sviluppa tra l'ottobre 2011 e il marzo 2012. Il falso amico, dopo aver carpito la fiducia della vittima, che ha 47 anni, chiede e ottiene un prestito di 50 euro. I soldi vengono versati attraverso PostePay. Le richieste cominciato a moltiplicarsi, erano settimanali, ma quando la parte offesa si oppone ai pagamenti, cominciano le minacce di Franzoso: «Sono minorenne, mia madre mi ha scoperto, se non paghi va dai carabinieri e ti denuncia per pedofilia». La vittima si lascia intimorire e cominciato ad aderire alle richieste. Nel giro di cinque mesi sborsa qualcosa come 17 mila euro per non subire l'onta di una denuncia che l'avrebbe devastata.

LA CASSIERA
In pochi mesi il 47enne aveva quasi svuotato il conto bancario. Un giorno va allo sportello e la bancaria, che lo conosce molto bene, gli spiega che sta facendo troppi prelievi. «C'è qualcosa che non va?», chiede. Lui si mette a piangere, lei lo consiglia e lo fa uscire allo scoperto con una denuncia che verrà presentata ai Carabinieri di Sacile. Gli accertamenti porteranno a Franzoso. A lui, infatti, è intestata la carta PostePay dove il pordenonese versava le somme: a volte 500 euro, altre volte persino 2.900 in un solo colpo. Franzoso si sarebbe presentato con un altro nome, ma le sim card usate per contattare la vittima sarebbero intestate a lui.

IL PRECEDENTE

A Franzoso era contestata la recidiva specifica infraquinquennale. A Pordenone è già stato condannato (10 mesi) per un episodio simile. In quel caso doveva rispondere di truffa ai danni di un uomo conosciuto in una chat. In quell'occasione si era spacciato per Tommaso Bordin. Facendo leva sul fatto che era in difficoltà economiche, lo aveva impietosito fino a indurlo a fare dei versamenti. In poco tempo era riuscito a ottenere oltre 20 mila euro. Quando la vittima ha cominciato a chiedere spiegazioni, il finto Bordin gli ha suggerito di mettersi in contatto con Franzoso. «Anch'io sono stato raggirato da Bordin», gli aveva però risposto Franzoso.
C.A. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino