Cercavano e scambiavano enorme mole di vecchi ordigni ancora carichi

Cercavano e scambiavano enorme mole di vecchi ordigni ancora carichi
UDINE E GORIZIA - Bloccata una pericolosa attività clandestina di recupero e scambio di materiale esplosivo risalente al primo conflitto mondiale ad Arta Terme di Udine e...

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UDINE E GORIZIA - Bloccata una pericolosa attività clandestina di recupero e scambio di materiale esplosivo risalente al primo conflitto mondiale ad Arta Terme di Udine e Gorizia. Nei guai di due persone che, solitamente nei fine settimana, si ritrovavano per organizzare delle escursioni nell’arco alpino del Friuli Venezia Giulia alla ricerca di oggetti della più svariata natura, dal reperto paleontologico, ai cimeli della Grande Guerra, passando per manufatti di età romana. L’interesse dei due amici non si limitava però agli oggetti di antichità o di valore storico, la cui ricerca è comunque vietata lo scavo non è autorizzato, ma si estendeva anche agli esplosivi. E uno dei due aveva pure droga in casa. 


Venuti a sapere di questa situazione, i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Udine si sono immediatamente attivati ottenendo dalla Procura della Repubblica due decreti di perquisizione domiciliare che sono stati eseguiti nelle abitazioni delle due persone che facevano le ricerca clandestine: si tratta di P.V., 34 anni, di Gorizia, e di M.G, 23 anni di Arta Terme (Udine). Le attività di ricerca condotte dai militari dell’Arma, con la collaborazione dai colleghi delle Compagnie di Gorizia e Tolmezzo, hanno consentito di rinvenire un vero e proprio arsenale, soprattutto nel caso dell’abitazione goriziana, in pieno centro: all’ingresso dell’appartamento, stipata tra camera da letto e cucina, ai militari operanti si è presentata una Santa Barbara fatta di 81 ordigni esplosivi, tutti carichi e come tali assolutamente pericolosi, anche di grosso calibro, tra cui 6 proietti da cannone calibro 149 mm, granate di varie dimensioni e potenzialità, 851 cartucce da fucile e 196 cartucce da pistola di vario calibro, tutte potenzialmente impiegabili. Sono stati anche rinvenuti caricatori per mitragliatrice, spezzoni di proietto contenente polvere da sparo, spezzoni di tubo esplosivo e materiale vario per la ricerca, come visori notturni e metal detector. C'era anche droga: tre piante di marijuana, del peso di oltre 220 grammi, che facevano da corollario all’impressionante mole di esplosivi rivenuti.

Anche la perquisizione eseguita ad Arta Terme ha portato i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Udine, comandato dal capitano Lorenzo Pella, a rinvenire granate, proiettili, bossoli di vario calibro, polvere pirica e l’immancabile metal detector con il quale svolgere l’attività di ricerca e scavo clandestino. Nell’abitazione carnica sono state sequestrate decine di monete di vario conio e dimensioni risalenti all’epoca romana e medievale, anelli di varie dimensioni di epoca romana e monili vari sempre databili a quel periodo, 23 punte di freccia di materiale metallico, ferroso, di presumibile epoca medioevale.


Ultimate le attività di sequestro e messa in sicurezza dell’enorme mole di ordigni esplosivi carichi rinvenuti, condotta con la qualificata collaborazione degli artificieri del 3° Reggimento Genio Guastatori di Udine e del personale del 118 dell’ospedale di Gorizia, i carabinieri del Tpc di Udine hanno arrestato P.V. per il possesso illegale di ordigni esplosivi e di sostanza stupefacente ai fini di spaccio che è finito in carcere. L'amico, M.G., è stato denunciato in stato di libertà alla Procura di Udine per possesso illegale di esplosivi e armi da guerra e per le ipotesi di violazione in materia di ricerche archeologiche, "impossessamento" illecito di beni culturali appartenenti allo Stato. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino