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SACILE - La donna che cerca una badante e la vorrebbe italiana... è una badante ella stessa. È il curioso risvolto della vicenda partita dalla pagina Facebook di Sei di Sacile se..., che ha provocato più di qualche polemica, ripresa anche a livello nazionale, proprio per quella precisazione circa la nazionalità richiesta. Una nota è d'obbligo: nel post Mara non scrive nulla di discriminante: si limita a cercare un aiuto giornaliero per un signore autosufficiente. È nel fraseggio che segue con alcune interlocutrici che emerge la richiesta di una donna italiana, anzi, meglio, come poi Mara ha avuto modo di spiegare: "Che sappia capire e parlare bene l'italiano".
PROFESSIONALITÀ
La 70enne non ne fa una questione di nazionalità "A suo tempo ho avuto collaboratrici straniere, che c'entra?", ma di "professionalità", portando alla luce una situazione di cui si lamentano molti. «Mi chiedo perché le agenzie che si occupano di queste lavoranti non si preoccupino di formarle sia nella lingua che nelle pratiche che devono svolgere.
LA SUA VITA
«Di certo in famiglia non eravamo ricchi, mio papà lavorava come operaio. Mi sono sposata a 17 anni e poco dopo ho avuto il primo di 2 figli, oggi grandi. Il mio ex marito (curiosamente lo cita sempre e solo per cognome, come faceva anche da sposata) aveva avviato un'impresa che lavorava il marmo, con buona fortuna. «Era davvero bravo nel suo mestiere, avevamo l'azienda a Sacile, vicino alla Cantina Sociale, lui seguiva l'edilizia, io mi occupavo della parte arredamento, i piani per le cucine ad esempio. Ai tempi d'oro siamo arrivati ad avere anche una sessantina di dipendenti», ricorda Mara. «Quasi tutti quelli che oggi fanno quel mestiere in queste zone sono usciti da lì», ricorda con giusto orgoglio. «Mio marito non mi ha mai fatto mancare nulla», aggiunge con un modo molto discreto ed elegante di definirsi benestante. «Mi è capitato di sedere allo stesso tavolo dei regnanti del Principato di Monaco e, nella nostra taverna (che oggi è la sua abitazione, piccola ma non priva di bellezza e curata, ndr) venivano a cena i grandi industriali della zona: Cimolai, Casagrande e tanti altri: quelli che hanno fatto la storia industriale pordenonese, insomma. Alla domanda se è stato difficile tornare povera la risposta non tarda nemmeno un secondo: «No», a dimostrazione di un'età che ha fatto pace col destino e le sue incontrollabili bizze. Dopo la separazione Mara lavorò in Libano, nel 96, alla corte del Re, ma rientrò in Italia quando l'ex marito rimase vittima di un gravissimo incidente stradale, che ebbe tra le conseguenze la necessità di «affidare ad altri l'azienda». Da allora Mara si è arrangiata con mille mestieri diversi e grazie all'aiuto di qualche amico che le ha dato lavoro e oggi fa la badante, con passione e cognizione di causa. Squilla il telefono: all'altro capo una voce femminile, dalla pronuncia che sembra orientale, chiede dell'offerta di lavoro, o almeno così sembra: difficile capirlo, in quell'italiano così poco chiaro. Mara alza gli occhi al cielo e scuote appena la testa sconsolata «Grazie, ho già trovato». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino