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ABANO TERME - Al Centro per il piede diabetico del Policlinico Abano è stata introdotta, per la prima volta in Europa, un’innovativa tecnica di riparazione dei tessuti di pazienti con piede diabetico con gravi complicanze e candidati all’amputazione. Questo grazie all’utilizzo della Traslazione tibiale trasversale (anche detta TTT), tecnica derivata dagli interventi di allungamento dei segmenti ossei (Ilizarov) che permetterà di salvare l'arto. La TTT sfrutta la capacità naturale dell'osso di riparare le fratture per ottenere stimoli rigenerativi sui tessuti delle lesioni. In un Centro di riferimento come quello di Abano, che tratta circa 900 soggetti diabetici con lesioni neuropatiche o neuro-ischemiche ogni anno, i soggetti che potrebbero essere sottoposti a tale trattamento, e in quanto tali già destinati ad amputazione, potrebbero essere almeno 50 l'anno.
Gli studi
«Da alcuni anni – spiega Enrico Brocco, direttore del Centro - ricercatori cinesi hanno ipotizzato che, creando una condizione di frattura chirurgica parziale di parte della tibia, si possano innescare meccanismi di riparazione che vanno oltre la rigenerazione del tessuto osseo e stimolano anche la crescita dei tessuti vascolari e dei tessuti molli. In particolare, un lavoro scientifico molto recente evidenzia che il trattamento TTT su soggetti diabetici con piede diabetico e lesioni neuropatiche e neuro-ischemiche gravi ha indotto in gran parte di essi la guarigione». Da qui, dunque, è nato l’interesse dell’équipe del Centro a esplorare questa nuova frontiera per scongiurare la perdita dell’arto a pazienti diabetici con lesioni gravi e gravissime del piede e/o della gamba.
Una nuova cura
«Abbiamo provato questa tecnica per la prima volta in Europa, attualmente applicata solo in Cina e in India, nel mese di maggio su un soggetto settantenne, come ultima istanza prima di procedere a un’amputazione estremamente demolitiva», spiega Brocco. La tecnica è stata presentata al gruppo aponense, e a quello dei colleghi milanesi Giacomo Clerici e Andrea Casini, dall'azienda tedesca Cybion, che ha reso disponibile il sistema di trattamento per alcune prove compassionevoli.
Il Gazzettino