Centro islamico di Montebelluna, c'è l'ordinanza: «Lavori abusivi, deve essere demolito»

Centro islamico di Montebelluna, c'è l'ordinanza: «Lavori abusivi, deve essere demolito»
MONTEBELLUNA (TREVISO) - Per il centro islamico ora scatta l’ordinanza di demolizione dei lavori abusivi eseguiti nel fabbricato di via Arsa, fra Busta e Contea, dove...

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MONTEBELLUNA (TREVISO) - Per il centro islamico ora scatta l’ordinanza di demolizione dei lavori abusivi eseguiti nel fabbricato di via Arsa, fra Busta e Contea, dove l’associazione Attawassol voleva realizzare il proprio “centro”. Il procedimento, dopo che in luglio era stata pubblicata l’ordinanza di sospensione dei lavori abusivi, vive ora quello che potrebbe essere l’atto finale: l’ordine di ripristinare i luoghi nella condizione originaria. Se non sarà così e se i luoghi non torneranno entro 90 giorni all’aspetto che avevano prima dei lavori, la proprietà andrà incontro a una sanzione amministrativa di importo compreso tra 2mila euro e i 20mila euro. 


LA STORIA
Il capannone era in corso di sistemazione da parte dell’associazione dei musulmani montebellunesi con l’obiettivo di ospitarvi le attività che si svolgono attualmente in via Piave, ai Pilastroni. Ma il Comune ha detto no sulla base delle indicazioni urbanistiche. Ora però la proprietà potrebbe presentare ricorso al Tar. «Non avrebbe molto senso farlo - dicono dal Comune - dato che l’ordinanza rappresenta davvero un atto inevitabile sulla base delle normative urbanistiche della città». L’associazione, intanto, prende tempo. «Appena decidiamo daremo comunicazioni» è il laconico messaggio. All’atto del Comune si è arrivati dopo che alla fine del 2022 e all’inizio del 2023 dei sopralluoghi dei vigili avevano rilevato «modifiche interne e prospettiche finalizzate al cambio di destinazione d’uso da artigianale/industriale a circolo privato». Tutto ciò nonostante nel corso del 2022 fossero state depositate delle comunicazioni di inizio lavori «oggetto di provvedimenti che ne hanno dichiarato l’inammissibilità, non impugnati». I lavori abusivi sarebbero stati realizzati in un fabbricato che rientra fra le attività produttive in zona impropria e in questi casi qualunque intervento è subordinato alla stipula di una convenzione con il Comune, da approvarsi da parte del Consiglio comunale, pertanto gli interventi edilizi ed urbanistici sono da attuarsi mediante permesso convenzionato. Cosa che non è avvenuta, procedendo direttamente ai lavori. 


IL PUNTO


In particolare, nell’ordinanza si fa riferimento alla realizzazione di una «coibentazione interna mediante posa di un cappotto termico sulle pareti perimetrali, sostituzione degli infissi con nuovi in pvc e coibentazione del soffitto; canalizzazione a parete e a soffitto per l’impianto elettrico; posa di un nuovo massetto; installazione di nuova vetrata e di due nuove porte di ingresso» e nella porzione di capannone 3 alla «suddivisione dell’ambiente con laterizi per creare 4 stanze con corridoio». Necessaria, però, la «rimessa in pristino dello stato dei luoghi». 
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Il Gazzettino