Padova. Mancata realizzazione del centro commerciale, Cetera: «Sono stati bruciati 800 posti di lavoro, chiederò i danni alla Corte europea»

Leonardo Cetera
PADOVA - L’ex presidente dei costruttori Leonardo Antonio Cetera ha analizzato, nel dettaglio, il motivo del fallimento delle due società “sorelle” Sip e...

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PADOVA - L’ex presidente dei costruttori Leonardo Antonio Cetera ha analizzato, nel dettaglio, il motivo del fallimento delle due società “sorelle” Sip e Deda. «Siamo stati bloccati dalla Sopraintendenza e il centro commerciale non è più stato costruito. Quel terreno rimarrà per sempre agricolo. Da un valore di 21 milioni di euro è sceso a 700 mila euro». Il progetto prevedeva l’edificazione di un mega store, ma ben presto i movimenti ambientalisti e il sindaco di Due Carrare hanno organizzato una levata di scudi. «Sarebbe un ecomostro andrà a distruggere il territorio tutto attorno al castello del Catajo» e la Sopraintendenza ha dato loro ragione certificando il vincolo paesaggistico.

«Tanto per capire di cosa stiamo parlando - ha ripreso Cetera - il centro commerciale sarebbe stato edificato a 1.200 metri dal Catajo. Ma soprattutto l’autostrada è più alta di quello che sarebbe stata la struttura. Quindi la vista del castello non sarebbe stata minimamente offuscata. Poi chiariamo un concetto fondamentale, per costruire avevo ottenuto regolari permessi». Insomma, il costruttore Cetera non ha dubbi: per lui è stata persa una grande occasione sia in termini economici e sia occupazionali. «Il centro commerciale - ha proseguito - avrebbe creato almeno 800 posti di lavoro, adesso sono stati bruciati per sempre. E poi avevano investito nel progetto fondi internazionali. Così diventa difficile credere di poter lavorare in Italia. È stata una vicenda incredibile». E se il mega store non verrà mai edificato, Leonardo Cetera però non ha nessuna intenzione di arrendersi. «I danni subiti dalla mancata operazione - ha concluso - sono stati ingenti. A questo punto voglio chiedere il risarcimento alla Corte europea. Da parte mia c’è sempre stata la totale buonafede».

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Il Gazzettino