Centro per il cambio di sesso, CasaPound attacca Zaia al muro: manifesti nelle città venete. Salvini: «In sanità urgenze ed emergenze chiare»

Centro per il cambio di sesso, CasaPound attacca Zaia al muro: manifesti nelle città venete. Salvini: «In sanità urgenze ed emergenze chiare»
PADOVA - Diversi manifesti in formato gigante che accostano parodisticamente Luca Zaia al ddl Zan sono state affisse la notte scorsa sui muri di diverse città venete, tra...

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PADOVA - Diversi manifesti in formato gigante che accostano parodisticamente Luca Zaia al ddl Zan sono state affisse la notte scorsa sui muri di diverse città venete, tra cui Padova e Verona. L'azione, firmata CasaPound, è da riferirsi alla decisione del Consiglio regionale di creare a Padova un centro pubblico per assistere «persone affette da disturbi di identità di genere», in sostanza un centro regionale per il cambio del sesso che il Governatore ha definito «una scelta di civiltà». 

Salvini: non ho elementi per rispondere

 «In sanità ci sono urgenze ed emergenze che mi sono ben chiare. Per quanto riguarda il cambio del sesso non ho elementi per rispondere». Così il ministro per le infrastrutture, Matteo Salvini, oggi a Treviso, ha commentato le contestazioni al presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, da parte di Casapound, a causa della sua intenzione di istituire un centro regionale per il cambio di sesso. «Luca è un grande governatore - ha aggiunto Salvini - ma siamo in democrazia e io di attacchi ne ricevo una trentina al giorno». 

 

Associazione family day contraria

Anche l'associazione Family Day-Difendiamo i nostri figli si è schierata contro la decisione della Giunta del Veneto.  «Appare chiaro - scrive l'associazione in una nota - che tale provvedimento non può essere considerato una scelta di civiltà dal momento che non risponde alle reali necessità dei Veneti oggi alle prese con ben più gravi mancanze sanitarie (medici di base). Sottolineandone l’inopportunità, si fa presente che la maggioranza dei Veneti ha appoggiato la volontà di realizzare un’autonomia regionale perché le risorse vengano gestite per il bene di tutti, non a vantaggio di pochi. Lascia amareggiati, infine, costatare il voto favorevole dell’intera Giunta in particolar modo di coloro che hanno sempre dichiarato di sostenere l’inviolabilità della dignità umana in ogni sua declinazione tentando, ora, di giustificare l’ingiustificabile».

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Il Gazzettino