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PADOVA - Cento ragazzi e ragazze seguiti negli ultimi dieci anni, la cui identità di genere non corrisponde al sesso assegnato loro alla nascita, che hanno scelto di sottoporsi a una terapia ormonale sostitutiva. Cresce la richiesta di assistenza delle persone transgender al centro gestito dal professor Andrea Garolla, incardinato all’interno del Centro di Andrologia e Medicina della Riproduzione dell’Azienda Ospedale – Università di Padova. Per questo motivo è nata un’équipe specializzata, il Gruppo interdisciplinare incongruenze di genere (Giig), che ieri ha tenuto il suo primo convegno nell’aula Morgagni di via Giustiniani. Il gruppo propone un approccio medico all’avanguardia.
IL LAVORO
«Il nuovo gruppo comprende andrologi, ginecologi, urologi, endocrinologi, psicologi, chirurghi e otorinolaringoiatri – racconta il professor Garolla -.
LA TESTIMONIANZA
Al convegno di ieri erano presenti numerose associazioni e pazienti del centro padovano. Come Noah Steccanella, 27 anni, residente a Verona. «La mia famiglia mi ha sempre appoggiato, ma è anche vero che la maggior parte delle persone nella mia condizione non ha la stessa fortuna – dichiara Noah -. Tanti vengono sbattuti fuori casa o addirittura picchiati e costretti a nascondersi per paura di subire ulteriori violenze». Durante il lockdown ha riflettuto e deciso di cambiare. «Cominciare questo percorso è molto dispendioso e non tutti possono accedere alle terapie o fare le analisi necessarie per via dei costi, soprattutto se la famiglia non sostiene la persona in transizione. Trovare medici competenti è fondamentale per sentirsi accolti e sicuri. Spesso anche solo per avere la forza di essere finalmente se stessi. Confido in un mondo più solidale e più empatico, dove la diversità venga vista come un arricchimento».
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Il Gazzettino