L'esperto: «Così portiamo verso una vita nuova i giovani che hanno cambiato sesso»

Un paziente raccolta la sua storia e le difficoltà di una vita da rimodulare
PADOVA - Cento ragazzi e ragazze seguiti negli ultimi dieci anni, la cui identità di genere non corrisponde al sesso assegnato loro alla nascita, che hanno scelto di...

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PADOVA - Cento ragazzi e ragazze seguiti negli ultimi dieci anni, la cui identità di genere non corrisponde al sesso assegnato loro alla nascita, che hanno scelto di sottoporsi a una terapia ormonale sostitutiva. Cresce la richiesta di assistenza delle persone transgender al centro gestito dal professor Andrea Garolla, incardinato all’interno del Centro di Andrologia e Medicina della Riproduzione dell’Azienda Ospedale – Università di Padova. Per questo motivo è nata un’équipe specializzata, il Gruppo interdisciplinare incongruenze di genere (Giig), che ieri ha tenuto il suo primo convegno nell’aula Morgagni di via Giustiniani. Il gruppo propone un approccio medico all’avanguardia. 

IL LAVORO
«Il nuovo gruppo comprende andrologi, ginecologi, urologi, endocrinologi, psicologi, chirurghi e otorinolaringoiatri – racconta il professor Garolla -. Solo mettendo assieme più professionalità possiamo garantire a queste persone la possibilità di transitare in maniera adeguata e completa». Chi deve sottoporsi a una terapia ormonale sostitutiva ora ha diritto ai farmaci gratuiti. «Mentre nei primi anni ne arrivavano pochi ogni mese, ora le richieste sono sempre più pressanti, tantoché abbiamo dovuto raddoppiare gli ambulatori dedicati – aggiunge il professor Garolla -. Noi cerchiamo anche di essere un punto di ascolto, oltre che un ambulatorio di tipo clinico e medico. Spesso ci sono storie di sofferenza ed emarginazione. Stiamo cercando di creare un percorso che comprenda una scontistica sui ticket nel periodo più critico, perché non tutti se lo possono permettere». Nel 2017 la Regione aveva stanziato ufficialmente dei fondi per realizzare un centro per i disturbi di genere ad Abano, per offrire diagnosi, chirurgia e follow-up. Il progetto però è rimasto al palo. «In Azienda ospedaliera attualmente vengono effettuate le chirurgie demolitive ma non le ricostruttive, per trovare competenze adeguate bisogna andare nei centri specializzati e in Italia sono pochissimi», precisa Garolla. 


LA TESTIMONIANZA


Al convegno di ieri erano presenti numerose associazioni e pazienti del centro padovano. Come Noah Steccanella, 27 anni, residente a Verona. «La mia famiglia mi ha sempre appoggiato, ma è anche vero che la maggior parte delle persone nella mia condizione non ha la stessa fortuna – dichiara Noah -. Tanti vengono sbattuti fuori casa o addirittura picchiati e costretti a nascondersi per paura di subire ulteriori violenze». Durante il lockdown ha riflettuto e deciso di cambiare. «Cominciare questo percorso è molto dispendioso e non tutti possono accedere alle terapie o fare le analisi necessarie per via dei costi, soprattutto se la famiglia non sostiene la persona in transizione. Trovare medici competenti è fondamentale per sentirsi accolti e sicuri. Spesso anche solo per avere la forza di essere finalmente se stessi. Confido in un mondo più solidale e più empatico, dove la diversità venga vista come un arricchimento». 

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Il Gazzettino