Cento anni e non sentirli: la dottoressa Maria ricorda i suoi piccoli pazienti

Cento anni e non sentirli: la dottoressa Maria ricorda i suoi piccoli pazienti
CITTADELLA - «Ho fatto il lavoro che desideravo fare, con tanti sacrifici, ma con grandissime soddisfazioni». Passa il tempo ma non ha assolutamente perso il sorriso...

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CITTADELLA - «Ho fatto il lavoro che desideravo fare, con tanti sacrifici, ma con grandissime soddisfazioni». Passa il tempo ma non ha assolutamente perso il sorriso ed i modi signorili ed aggraziati con i quali accoglie le persone. Ha curato generazioni e generazioni di bambini, rasserenando mamme e papà, e dando conforto quando la scienza medica si è dovuta arrendere. Il tempo per la professoressa Maria Pasquale è quello del secolo di vita: lo festeggia oggi, nella sua Cittadella dove vive in centro storico e dov’è nata l’11 ottobre del 1920.


IL PERCORSO
La sua è stata una vita dedicata alla medicina, non si contano i bambini salvati, e il suo contributo ha contribuito allo sviluppo dell’ospedale di Cittadella. «In pochi anni è cambiato e sta cambiando tutto - spiega la professoressa, sempre energica ed attenta all’attualità - i medici erano molto pochi, i primari lavoravano anche alla domenica, c’era pochissimo personale amministrativo. Non ho mai fatto sciopero, ho affrontato a Padova nel ‘68 anche i contestatori che non volevano entrassi in ospedale. Gli ho detto che se ci fossero stati i loro figli ricoverati non avrebbero battuto ciglio. Sono sempre passata». Nata da una famiglia come tante, quarta figlia, prima di lei il fratello Angelo, fondatore della nota azienda Acqua Vera, e due sorelle. Diplomata alle magistrali, ha studiato lettere all’università. «Volevo diventare medico, si poteva accedere solo con la maturità scientifica o classica - ripercorre gli anni dello studio - Con quest’ultima mi sono iscritta a medicina a Padova dopo la prima laurea». Nel 1952 il secondo e agognato alloro con una tesi in pediatria. Per 16 anni ha lavorato in clinica pediatrica a Padova ed insegnato. Poi all’ospedale di Vittorio Veneto (Treviso) per cinque anni a dirigere la pediatria. E’ giunta quindi l’offerta di lavoro a Cittadella. «Ho terminato una sorta di esilio. Mi trovavo benissimo, hanno cercato di non farmi andare via, ma per me era il ritorno a casa. A 65 anni infine la pensione».
OLTRE IL LAVORO
Ha continuato ad esercitare fino a 80 anni a causa delle tante richieste di persone anche ben oltre l’età pediatrica. Più di qualche medico le ha rivelato che grazie al suo esempio ha intrapreso la professione. Molti i riconoscimenti. Ama il basso profilo la professoressa Pasquale, quando esce per un giro impossibile non trovi qualcuno che la saluti e si fermi a parlare. Non si è sposata, ma ha una grande famiglia: di otto sono rimasti quattro nipoti, una quindicina i pronipoti ed altrettanti i pro pro nipoti. Socia del Rotary Club, ama la montagna, ha praticato un po’ lo sci, «ma i primari erano reperibili sempre». Persona dalla profonda fede ha fatto molta beneficenza, ma su questo la riservatezza è totale. «Cento anni non me li sento. C’è questo Coronavirus, bisogna fare attenzione», dice con il sorriso: quello che da un secolo le dà forza e fiducia.


Michelangelo Cecchetto
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Il Gazzettino