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PADOVA - Cento anni e non li dimostra, anzi, li porta con leggerezza: ieri, l’Istituto Don Bosco ha festeggiato i cento anni dall’inizio della Scuola Elementare. Cento anni portati con leggerezza hanno di base l’umiltà ed il coraggio degli inizi, con le suore che hanno intrapreso l’avventura del Don Bosco.
LA RICORRENZA
Era il 1923 quando l’Istituto, situato allora in via San Massimo e che ospitava un pensionato per ragazze, ha dato il via ad un giardino d’Infanzia. Poi la scuola ha avuto il suo sviluppo e i suoi cambiamenti. Tra questi, nel 1966, il trasferimento dello stabile in zona Forcellini. Oggi, la scuola è frequentata da circa 800 allievi, dai tre ai 19 anni, con classi dall’infanzia alle superiori: ieri come oggi, il sistema educativo si prende cura del ragazzo a 360 gradi, dandogli non solo un’educazione nozionistica ma anche attitudinale spirituale: forma la mente, il cuore, l’anima. Per festeggiare lo storico compleanno, l’Istituto ha aperto le porte ad alunni, ax allievi, maestri, insegnanti ed ex. Sono arrivati in molti, i piccoli di allora, i piccoli di oggi: circa 400 persone.
È stato un ritrovarsi, un abbracciarsi, un riconoscersi: i ricordi si sono aggiunti ai ricordi, in un sovrapporsi di abbracci, di lacrime, di “ti ricordi di me”. Anche le suore salesiane hanno partecipato con gioia alla riunione del centenario, rivedendo quei ragazzini, ora adulti, con cui avevano fatto un pezzo di strada insieme. Per i più piccoli, c’erano i giochi all’aperto a cui hanno partecipato anche i grandi. Dentro la scuola, un video mostrava le foto degli anni passati, con i gruppi di classe, le maestre, i professori, gli alunni fermi per la foto di rito di fine anno.
Il momento della messa ha ricomposto i presenti in un silenzio di intensa spiritualità e di ritrovata amicizia. Dopo la messa, nel refettorio è stato il momento del taglio della torta che troneggiava, immensa, bianca, con il logo dei 100 anni, in mezzo. Un fragore di applausi e di “Urrah” ha riempito la stanza: nessuno se n’è andato senza prima assaggiarne una fetta. Ancora baci e lacrime, poi tutti a casa con tanti bei ricordi che continueranno per sempre nell’animo di chi era presente.
Il Gazzettino