Cena di pesce e lamentele dei turisti, Brugnaro divide: i ristoratori sono con il sindaco

Cena di pesce e lamentele dei turisti, Brugnaro divide: i ristoratori sono con il sindaco
VENEZIA - "Ha fatto bene", "No, dà una cattiva immagine di Venezia". I pezzenti, termine utilizzato dal sindaco Luigi Brugnaro per definire dei turisti...

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VENEZIA - "Ha fatto bene", "No, dà una cattiva immagine di Venezia". I pezzenti, termine utilizzato dal sindaco Luigi Brugnaro per definire dei turisti che si erano lamentati per un conto di ristorante ritenuto troppo caro, sta tenendo banco in questi giorni non solo sui media di tutto il mondo, ma anche in città. Se ne è parlato in questi giorni un po' ovunque, anche perché il ristorante in questione - il Casanova a San Zulian - è finito sulle cronache per un episodio spiacevole accaduto due anni fa (un cliente fu picchiato in modo pesantissimo, in circostanze non perfettamente chiarite) e perché tra i politici c'è chi ha ricordato a Brugnaro di verificare prima chi intende difendere a spada tratta.


È il caso del capogruppo Pd, Andrea Ferrazzi: «Ho cercato su TripAdvisor il giudizio dei clienti, quasi tutti italiani: il 57% è pessimo, il 14% scarso. I commenti li lascio leggere a voi, sono pubblici. La domanda che mi pongo è: ma chi ha difeso il Sindaco?». Di diverso avviso sono due tra i ristoratori più noti della città. Per il patron dell'Harry's  Arrigo Cipriani «le parole del sindaco fanno parte della sua personalità. Non me la sento neanche di fare commenti sul locale in questione. Dico però una cosa: i prezzi sono sul menu, quindi li hanno visti e hanno mangiato per quella cifra lì. Io non servo né astici né ostriche, ma sicuramente da noi sarebbero stati più cari. D'altronde, sul menù scrivo che i nostri primi e i nostri secondi sono da soli un pasto, invitando a mangiare meno. Ma anche se fossero andati a pranzo a Parigi avrebbero pagato di più. Ostriche e astice sono cari».

Per il padovano  Raffaele Alajmo (Le Calandre, tre stelle Michelin, e Ristorante Quadri, una stella), invece questa vicenda non sarebbe dovuta neppure nascere. «Venezia ha una concentrazione altissima di ristoranti - spiega - e su internet qualsiasi persona può sapere vita, morte e miracoli di ogni singolo ristorante: se si mangia bene, se il servizio non è buono, se i bagni sono sporchi e così via. Questo a prescindere dalle guide. Venezia è una location costosa e che uno capiti da noi e non sappia cosa spenderà alla fine è praticamente impossibile. Allora - prosegue - se uno si ritiene in qualche modo truffato, fa una denuncia, ma non scrive al sindaco. Il sindaco penso abbia i pensieri rivolti altrove e d'altronde ognuno deve fare il suo mestiere. L'ira del sindaco nel rispondere - conclude - c'è anche perché gli è stata fatta una domanda per cui non può fare nulla».

Michele Fullin
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Il Gazzettino