Smartphone e minori. ​Il patto scuole-genitori: under 12 senza cellulare

Smartphone e minori - Foto di Oleksandr Pidvalnyi da Pixabay
BELLUNO - Qualche mese fa aveva cominciato Ponte nelle Alpi. Domani sarà la volta di Borgo Valbelluna. Dopodomani toccherà a Belluno. È un contagio virtuoso...

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BELLUNO - Qualche mese fa aveva cominciato Ponte nelle Alpi. Domani sarà la volta di Borgo Valbelluna. Dopodomani toccherà a Belluno. È un contagio virtuoso quello del "Patto di comunità", che da Ponte nelle Alpi si sta affermando anche in altri territori per iniziativa di gruppi di genitori i cui figli frequentano la scuola primaria e media. E aumenta così il numero di famiglie (erano una cinquantina all'inizio) che vieta lo smartphone personale ai figli piccoli: viene concesso non prima della fine della seconda media e, una volta consegnato, si controlla che gli apparecchi vengano usati in modo trasparente almeno fino ai 14 anni.

PASSO DOPO PASSO
La proposta era stata lanciata dalle "Scuole in rete" e a Ponte nelle Alpi aveva attecchito prima che altrove. A Borgo Valbelluna il Patto verrà presentato giovedì alle ore 20,30 nell'auditorium della ex chiesa di San Pietro, a Mel; oltre al referente delle "Scuole in rete", il professor Franco Chemello, alla serata "Benessere digitale: una sfida che si vince insieme" interverrà anche Marco Grollo, formatore, educatore e fondatore di Mec (Media educazione comunità). A Belluno venerdì (alle 18, sala Muccin del Centro Giovanni XXIII) il progetto sarà presentato dalle stesse "Scuole in rete", dall'Ufficio scolastico provinciale e da un gruppo di genitori; seguirà un incontro sul tema della sicurezza in internet con i data protection officer e autori del libro "Crimini informatici: la consapevolezza come prima difesa": Samantha Cosentino, specializzata in tutela della privacy, e Davide Sardi, ingegnere delle comunicazioni e consulente per la privacy.


LA FILOSOFIA
I patti di comunità sono basati sull'idea che l'educazione al digitale è realmente efficace solo se offerta in modo coerente e coordinato. Per farlo, genitori e scuole creano delle reti all'interno delle quali condividere una serie di principi e regole comuni, cosicché l'ingresso dei giovani nel mondo del digitale sia graduale e consapevole. La scorsa primavera i genitori di Ponte nelle Alpi dicevano: «Non vogliamo trasmettere messaggi negativi, ma positivi: noi non siamo contro la tecnologia, che va bene e va usata; ma proporne un utilizzo sano ed equilibrato». Il punto di forza è invece fare rete: più genitori condividono il Patto, più l'idea si fa strada e acquista credibilità anche agli occhi dei ragazzi.


I RISCHI


Ma altrettanto note e certificate sono anche le conseguenze negative sulla salute relazionale, fisica e mentale dei bambini e dei ragazzi. Secondo studi internazionali, infatti, un quarto dei bambini e dei ragazzi giunge all'età scolare con problemi nello sviluppo del linguaggio e della comunicazione, di salute socio-emotiva e di abilità motorie per l'uso precoce ed eccessivo del digitale, con mutamenti nella materia bianca del cervello. E dati preoccupanti giungono anche a livello nazionale e locale, come rilevato anche nell'indagine sul benessere degli studenti elaborata nel 2021 dalla Consulta provinciale degli studenti e dalle "Scuole in rete", oltre che da altre indagini della Ulss, segnalati dalle scuole e da altri soggetti. Necessaria quindi un'educazione all'uso responsabile del digitale, scopo che perseguono da anni le Scuole in Rete. Gli studenti delle scuole superiori potranno invece confrontarsi con i due esperti Cosentino e Sardi sabato alle 8 al teatro del Giovanni XXIII e approfondiranno i temi della privacy, della sicurezza, della web reputation e di tutti i rischi legati a un uso non consapevole della rete. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino