Ceggia. Chi era Alessio, il 43enne morto in scooter: «È spirato sotto ai nostri occhi»

Ceggia. Chi era Alessio, il 43enne morto in scooter: «È spirato sotto ai nostri occhi»
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CEGGIA - «Ero passata a prendere mio figlio a lavoro e, dopo aver fatto la spesa, ci siamo diretti verso casa, percorrendo la strada da Ceggia a Torre di Mosto. Ad un certo punto mio figlio ha gridato "mamma, girati! C'è uno scooter, c'è un uomo morto, fermati!". A quel punto ho girato l'auto per tornare in dietro, abbiamo raggiunto la persona a terra e nel frattempo è sopraggiunto anche un ciclista».

La testimonianza

Via Pra di Levada, al confine tra il territorio ciliense e quello di Torre di Mosto, è una via non molto trafficata, soprattutto a quell'ora, e nessuno si era infatti reso conto dell'impatto, nemmeno i residenti della zona che sono accorsi in strada richiamati solo dalle sirene al momento dell'arrivo dei soccorsi. Sono stati i tre passanti - madre e figlio, assieme al ciclista - a tentato di soccorrere il centauro, ma le sue condizioni erano apparse subito disperate davanti ai loro occhi.
«Ho avvisato dell'accaduto un parente carabiniere continua la donna , per mettere in allerta i soccorsi». Secondo il racconto della donna lo scontro contro il muro potrebbe essere avvenuto da una fuoriuscita autonoma, non avendo incrociato lungo la strada alcun veicolo arrivando sul posto, mentre sull'asfalto non si sono visti evidenti segni di frenata.
«Mio figlio ha chiamato l'ambulanza, perché io e il ciclista non sapevamo cosa fare - riprende la donna -. Abbiamo tentato di parlargli, ma quell'uomo respirava a malapena. C'era una pozza di sangue, una scena impressionante. Il casco ancora sulla testa».
Alessio Campagner purtroppo è spirato pochi momenti dopo, davanti ai loro occhi, prima del sopraggiungere dei soccorsi. Lì accanto i resti dello scooter Piaggio Beverly su cui stava viaggiando dopo essere passato al Bar Neje dia Torre di Mosto per salutare gli amici.
Una scena straziante, soprattutto per l'impotenza di riuscire a fare alcun che per tenere in vita l'uomo. In poco tempo si sono portati sul posto i sanitari del Suem, a cui però non è rimasto altro che prendere atto del decesso del motociclista, mentre ai militari del comando carabinieri di San Donà di Piave è spettata l'incombenza dei rilievi e della trascrizione delle testimonianze, oltre al triste compito di avvertire i familiari della disgrazia costata la vita al 42enne.
Tre anni e mezzo fa, lungo questa strada, un'inversione di marcia causò un incidente mortale in cui perse la vita un cinquantenne di San Stino, padre di tre figli. Ancora prima, esattamente 20 anni fa, un 60enne perse la vita in uno scontro frontale a Pra di Levada.

Chi era Alessio

Da sempre attivo nella ristorazione, Alessio Campagner era "figlio d'arte". La sua famiglia, con il nonno e poi con i genitori Giulio e Paola, ha gestito a lungo il "bar Zanon" lungo la Jesolana a La Salute, locale di ritrovo per la comunità della popolosa frazione di San Stino di Livenza. Alessio aveva portato la sue professionalità, dopo essersi specializzato nel settore della cucina e della ristorazione affrontando poi un corso che gli aveva permesso di avere soddisfazione nel locale di famiglia, con piatti che avevano catturato i palati di tantissime persone.



Sposato con Chiara Bellini, si era trasferito nella nel rione di Sansonessa alle porte di Caorle dove viveva assieme ai due figli: un maschio e una femminuccia che da poco frequentano la scuola. La passione per lo sport e il calcio in particolare lo avevano portato a militare anche con la squadra de La Salute, ma non lo hanno distolto dal lavoro che ha sempre affrontato con dedizione e passione. Da qui la decisione di aiutare prima la moglie nel suo ristorante in centro storico a Caorle, quindi presso una pizzeria della cittadina marinara dove aveva portato la sua professionalità.
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Il Gazzettino