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VENEZIA - Uno scontro sul filo dei social, con tanto di “velato” messaggio per una possibile revoca, al Venezia, dell’uso del Penzo. Si alzano i toni - tutti social - della polemica tra la società arancioneroverde e i tifosi, in questo caso con la consigliera comunale di ”Venezia è tua” Cecilia Tonon, sfegatata tifosa (vicepresidente del club Alta Marea), bandita da Twitter, Instagram, ma non ancora da Facebook.
IL FATTO
Domenica sera la consigliera si è trovata senza la possibilità di seguire i tweet della squadra. Qualche tempo fa Tonon aveva criticato la scelta di preferire gli aspetti manageriali a quelli sportivi: «Sempre con toni scherzosi e di rispetto», precisa la consigliera-tifosa, che sui social ha lanciato l’hashtag “NiederOut”, nemmeno tanto velato invito a presidente arancioneroverde ad andarsene. L’accusa alla società è quella di aver dato priorità al marketing rispetto all’aspetto sportivo.
TONI ACCESI
Marco è uno di questi e racconta la sua esperienza, spiegando di esser stato anche lui critico con la visione della società più orientata al marketing che al campo. Al punto che mercoledì scorso le cose sono trascese.
«Dal profilo ufficiale del Venezia sono stato definito “Full of shit” (letteralmente, pieno di sterco, ndr). Apprezzavo le iniziative extra-calcistiche, ma mi chiedevo perché all’alba di una partita importante come quella di Palermo non ci fossero ancora notizie di campo».
Un altro tifoso avrebbe inviato un messaggio poco carino a Ted Philipakos (responsabile del brand) e a sua volta sarebbe stato invitato ad andarsene a quel paese. Ora, tutto questo potrebbe addirittura portare il Venezia a perdere il Penzo, a spiegare il perché è la stessa Tonon.
IL RISCHIO
«Vorrei verificare l’accordo di concessione dello stadio da parte del Comune per vedere se sono previsti obblighi di comportamento. Secondo lo schema, la società dovrebbe impegnarsi a far osservare il codice del dipendente pubblico come da Dpr 62/2013, che vincola a correttezza, cortesia e disponibilità: in violazione ci potrebbe essere la risoluzione del contratto. Ma, al di là degli obblighi di legge, il rispetto della comunità locale deve essere il primo valore ispiratore anche per investitori stranieri».
Tonon rassicura: «Non è nell’interesse di nessuno togliere lo stadio di casa al Venezia, ma bisogna rispettare anche il pensiero dei tifosi moderati. Seguiamo la squadra con passione, è chiaro che così si porta ad un crescente disamore verso la partecipazione alle partite in casa, che sta crollando». Interpellato sulla questione, il club ha preferito non commentare. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino