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CAVARZERE - «Mi chiamo Alessandro Bozzato e da due anni sono in carcere, in Messico, per un delitto che non ho commesso. Non posso ricevere visite, sono malato e già diverse volte sono stato picchiato e maltrattato. Aiutatemi a uscire di qui». La voce di Bozzato riesce appena a superare il frastuono dell'ambiente che lo circonda: fischi, grida e rumori che si sovrappongono nel caos di quell'angolo del carcere dove si trova il telefono che è il suo unico mezzo di comunicazione con l'esterno. Un privilegio che costa denaro, come tutto dentro la prigione di Queretaro, in cui Bozzato si trova e che potrebbe essergli tolto in qualsiasi momento. Ma come ci è finito Bozzato in quel carcere? E perché? «Ho ammesso di essere il mandante dell'omicidio di due miei "soci" in affari, perché ero minacciato di morte. Mi è sembrato il male minore», dice. Di Bozzato le cronache giornalistiche si erano occupate cinque anni fa. E' originario di Cavarzere, dove vive ancora sua sorella Erika, alla quale aveva inviato, all'epoca, alcuni messaggi disperati in cui diceva di essere braccato da trafficanti di droga e ricercato dalla Polizia e di temere per la propria vita, sia che l'avessero trovato gli uni, che gli altri.
LA VICENDA
«Non voglio tornare in Italia da morto», aveva scritto in uno dei messaggi inviati con un cellulare usa e getta, che cambiava continuamente perché non venisse rintracciato il luogo in cui si nascondeva.
Alessandro Bozzato ha 57 anni. Era emigrato in Messico 25 anni fa e, stabilitosi nello stato del Queretaro, aveva fatto fortuna, avviando varie attività economiche (edilizia, farmaci, cosmetici, ecc.) al punto da poter mettere in piedi anche una finanziaria con la quale, dice «prestavo soldi a tutti: politici e personaggi importanti che ora approfittano della mia condizione per "dimenticarsi" il debito che hanno nei miei confronti». E il denaro che, cinque anni fa, ha "protetto" la sua fuga, ora non sembra più bastare a proteggergli la vita, nella lunga attesa di un'amnistia che, gli avevano detto, sarebbe arrivata nel giro di cinque anni.
Il Gazzettino