Cavallino-Treporti. Addio Dante, il partigiano simbolo dell'Anpi: fu arrestato dai fascisti e trasferito in un campo di concentramento

Addio Dante, il partigiano simbolo dell'Anpi: fu arrestato dai fascisti e trasferito in un campo di concentramento
CAVALLINO TREPORTI - Lutto a Cavallino-Treporti, si è spento sabato all'età di 98 anni il partigiano Dante Cordara. Nato a Santo Stefano Belbo, in Piemonte,...

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CAVALLINO TREPORTI - Lutto a Cavallino-Treporti, si è spento sabato all'età di 98 anni il partigiano Dante Cordara. Nato a Santo Stefano Belbo, in Piemonte, orfano di madre, figlio del barbiere del paese il cui negozio era frequentato dallo scrittore Cesare Pavese (che Dante ricordava come cliente del papà socialista, con cui si intratteneva a discutere nel retrobottega), ha trascorso l'infanzia e la prima adolescenza studiando nel collegio religioso dei Padri Giuseppini del Murialdo e poi suonando con il padre e il fratello alle feste del paese.

MUSICISTA

Dante era un ottimo musicista e sapeva suonare con maestria il violino, la chitarra e il contrabbasso. Da anni si era trasferito dal Piemonte a Cavallino-Treporti dove ha contribuito a fondare la sezione locale dell'Anpi. Persona dal carattere molto forte e vivace, ha contribuito in modo determinante a tenere viva la memoria, partecipando in prima persona, fino a quando le forze glielo hanno consentito, alle iniziative dell'Anpi, non esitando mai a raccontare la sua storia personale.

PRIGIONIERO POLITICO

Dopo l'8 settembre Dante fu arrestato dai fascisti e arruolato nell'esercito della Repubblica Sociale di Salò; disertò poco dopo per unirsi ai partigiani Stella Rossa che combattevano sulle colline delle Langhe. Diventò così membro della "Pattuglia autonoma volante" comandata da Gino Rocca, la cui missione era intraprendere azioni-lampo contro le pattuglie naziste, con lo scopo di far prigionieri soldati tedeschi che servivano come merce di scambio per liberare i partigiani arrestati, attraverso la mediazione del vescovo di Alba, monsignor Luigi Maria Grassi. Nell'inverno del 44 fu arrestato, trasferito nelle carceri di Canelli e poi alle carceri Nuove di Torino dove Dante, assieme ad altri giovani partigiani, visse una terribile esperienza in cui i prigionieri politici erano ridotti allo stremo.

CAMPO DI CONCENTRAMENTO

Trasferito per tre giorni al carcere San Vittore di Milano, successivamente venne portato al campo di concentramento di Bolzano. Dal momento che la rete ferroviaria era disastrata per i danni riportati dalle linee durante i terribili giorni di guerra, i prigionieri venivano trasportati in corriera: fino a cento persone per ogni mezzo, schiacciate l'una contro l'altra. Dante ricordava che tra i passeggeri, stretto contro il suo corpo, c'era anche un anziano morto retto in piedi dalla calca.

IN SALVO COME BARBIERE

Nel campo di concentramento di Bolzano, Dante si salvò grazie al suo mestiere di barbiere. Commosso il ricordo degli iscritti dell'Anpi di Cavallino-Treporti, che l'hanno ricordato con parole di profonda stima e gratitudine per l'impegno di tutta una vita come militante e testimone di quei tragici giorni. Ad esprimere le proprie condoglianze è stata anche Rifondazione Comunista-Unione Popolare. Dante lascia un figlio: i funerali si svolgeranno in forma privata.

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Il Gazzettino