«Non ci sono più i soldi»: addio al nuovo cavalcavia a San Giuliano

Non si farà più il nuovo collegamento all'altezza di San Giuliano
MESTRE - I soldi non ci sono più. E soprattutto al Comune par di capire che non interessa più costruire il nuovo cavalcavia di San Giuliano. Poi, se proprio si vuole, si può...

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MESTRE - I soldi non ci sono più. E soprattutto al Comune par di capire che non interessa più costruire il nuovo cavalcavia di San Giuliano. Poi, se proprio si vuole, si può discutere se abbia un senso mettersi al lavoro e cercare nei meandri del bilancio regionale quei 24 milioni di euro che sono la base per iniziare a ragionare sul progetto. Così l’assessore regionale alla Mobilità, Renato Chisso.




«Il nuovo cavalcavia era ancora bloccato a Roma per via delle bonifiche, quei 10 milioni di euro che avevamo in cassa sono stati dirottati sui lavori del vecchio realizzando la rotonda. Dunque, oggi in cassa non c’è un centesimo». Risposta più chiara non potrebbe esserci per l’assessore alla Mobilità, Ugo Bergamo, il quale aveva chiesto attraverso il Gazzettino di sapere quali fossero le intenzioni della Regione a proposito del nuovo cavalcavia di San Giuliano, previsto da un sacco di tempo, peraltro.



La procedura, a dir la verità, sarebbe anche parecchio avanzata perché l’appalto per la costruzione è stata aggiudicato e dunque, basterebbe dare il via libera. Peccato che di mezzo ci sia l’assoluta mancanza di quattrini. Non solo, il Comune è convinto che tutto sommato si possa fare a meno di un nuovo ponte e sta ragionando su come utilizzare al meglio l’area dei Pili. Si sa che Luigi Brugnaro di Umana, che a suo tempo ha acquistato i terreni fronte laguna, ha la possibilità di creare una fermata del tram e, con la fermata, potrebbe vincere il terno al lotto creando ai Pili un mega-parcheggio.



Del resto il Comune - avverte Bergamo - non ha abbandonato l’idea di attestare bus e macchine dei turisti ai Pili. Adesso il sostanziale no al nuovo cavalcavia da parte di Chisso potrebbe riaprire tutti i giochi. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino