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PAESE - La Regione dà il via libera a quello che è già stato ribattezzato come il Central Park di Paese. La commissione ambientale ha messo il proprio timbro sul progetto per la realizzazione di un grande parco urbano al posto dell'ex cava Sabbia del Brenta tra Paese e Castagnole, lungo via Piave e via Monsignor d'Alessi. «La variante non comporta effetti significativi sull'ambiente e sul patrimonio culturale» si legge nel provvedimento. Tradotto: si può fare. Tra le prescrizioni, ci sono quelle di mantenere intatto l'habitat naturale e di installare un sistema di luci in grado di contenere l'inquinamento luminoso. Cose che il Comune aveva già messo nel conto. Adesso l'obiettivo è chiudere la partita con la famiglia Tonini per l'acquisizione dell'area. L'intera operazione vale qualcosa come 1,3 milioni di euro.
EVITATO L'ESPROPRIO
Nei mesi scorsi era stata paventata anche l'ipotesi di attivare una procedura d'esproprio per pubblica utilità.
LE SISTEMAZIONI
Oltre all'acquisizione, l'area, pur in buone condizioni, va sistemata. Verranno montati dei cancelli ad apertura e chiusura automatica. Più un sistema di videosorveglianza. Fino a tre anni fa il municipio di Paese puntava a comperare l'ex cava Sabbia del Brenta usando i fondi che sarebbero dovuti arrivare dalla conversione di un pezzo di un'altra cava, la Campagnole di via Vecelli a Padernello, in una zona industriale da 80mila metri quadrati. Ma alla fine del 2018 questo piano si è arenato. All'epoca il maxi-sequestro di 200mila tonnellate di materiale improprio stivato in via Vecelli fece saltare l'accordo che era stato siglato tra il municipio e le parti private: la ditta Canzian, proprietaria della cava di Padernello, e la Cosmo Ambiente di Noale. Ma questo non ha cancellato il sogno del Comune. E ora le trattative per comperare l'ex cava Tonini tra Paese e Castagnole potrebbero sfociare nell'atteso accordo con la proprietà.
Il Gazzettino