Cav, pochi "idonei" e poche donne: si riapre la partita delle nomine

Una veduta del passante di Mestre
VENEZIA - Su 52 domande solo 14 sono state ritenute idonee per amministrare Cav, la spa partecipata al 50% dalla Regione del Veneto e al 50% da Anas che gestisce il Passante...

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VENEZIA - Su 52 domande solo 14 sono state ritenute idonee per amministrare Cav, la spa partecipata al 50% dalla Regione del Veneto e al 50% da Anas che gestisce il Passante di Mestre e che nei piani di Palazzo Balbi dovrebbe assumere un ruolo strategico nella acquisizione e gestione delle infrastrutture, a partire dal rinnovo della concessione per altri 30 anni fino a essere il perno di una holding autostradale del Nordest. È così che sta prendendo piede l'ipotesi di riaprire i termini per avere ulteriori candidature.


SCADENZA
Il consiglio di amministrazione di Concessioni Autostradali Venete deve essere rinnovato. Tre componenti spettano alla Regione, due ad Anas. Attualmente in Cda siedono in rappresentanza della Regione la presidente Luisa Serato (al secondo mandato) e i consiglieri Renzo Ceron e Alessandro Maggioni, mentre in capo ad Anas sono l'amministratore delegato Ugo Dibennardo e Federica Ribechi. Domani, a Palazzo Ferro Fini, la prima commissione del consiglio regionale valuterà l'elenco dei candidati i cui curricula sono già stati vagliati dagli uffici: in tutto sono arrivati 52 nomi, comprese le proposte avanzate dai singoli consiglieri regionali. Sta di fatto che di quei 52 nomi, solo 14 sono risultati idonei, in possesso dei requisiti richiesti. Sono: Andrea Antonelli, Fabio Cadel, Renzo Ceron, Ezio Framarin, Roberto Gumirato, Diego Lazzaris, Donato Madaro, Monica Manto, Gianbattista Rossetti, Tommaso Santini, Luisa Serato, Lucio Tiozzo Fasiolo, Marco Vanoni, Gianfranco Vivian.


LA TERNA
Saranno sufficienti questi profili per scegliere la terna da mandare nel nuovo Cda di Concessioni Autostradali Venete? In Regione raccontano che la partita, in realtà, sia del tutto aperta. Nonostante la recente norma che consente il terzo mandato e che quindi renderebbe rinominabile la presidente uscente Luisa Serato, sempre in quota Lega, a Palazzo Balbi sarebbero orientati a non confermarla. Esigenze di opportunità da un lato (due mandati sono anche il limite che dal 2015 vale per lo stesso governatore e per gli assessori regionali) e di progettualità dall'altro. Nelle intenzioni della Regione, infatti, Cav dovrebbe diventare strategica e assumere un ruolo importantissimo nella gestione delle infrastrutture. In ballo c'è la richiesta di rinnovo della concessione dal 2032 al 2062, tanto che il piano economico-finanziario sarà mandato a Roma per aprire l'interlocuzione con l'Europa. Non solo: l'obiettivo è fare di Cav il perno di una holding autostradale non solo del Veneto, ma del Nordest.


Tant'è, pare che in Regione si aspettassero una valanga di richieste. Che effettivamente ci sono state, ma per tre quarti sono state respinte per mancanza di requisiti. C'è poi la parità di genere da assicurare, ma tra i 14 ci sono solo 2 donne, la padovana Luisa Serato e la trevigiana Monica Manto. L'unico nome della terna che sarebbe già deciso è quello che spetta alla minoranza: il Pd punta a sostituire l'uscente Maggioni, nel frattempo passato con Renzi, con l'ex capogruppo dei dem Lucio Tiozzo.
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Il Gazzettino