Adria. Sito Mater BioTech, impianto per abbattere i cattivi odori

Stabilimento Mater Bio Tech Novamont a Bottrighe di Adria
ADRIA - Ai nastri di partenza la realizzazione di un impianto per abbattimento degli odori nello stabilimento Mater-Biotech - Novamont di via Gramsci a Bottrighe. Il Comune...

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ADRIA - Ai nastri di partenza la realizzazione di un impianto per abbattimento degli odori nello stabilimento Mater-Biotech - Novamont di via Gramsci a Bottrighe. Il Comune ha accolto l’istanza presentata dall’azienda, il primo impianto al mondo in grado di produrre bio-butandiolo direttamente da zuccheri attraverso un processo fermentativo, su progetto a firma dell’ingegnere Matteo Mainetti di Montichiari, ed ha autorizzato e la realizzazione delle opere in cantiere per risolvere il problema delle emissioni odorigene che da tempo, soprattutto durante il periodo estivo, sono al centro delle proteste dei residenti. 


Il buntandiolo, ricavato da materie prime vegetali, è il componente principale per la produzione delle bio plastiche ed è inoltre componente fondamentale di moltissimi prodotti di uso comune come tessuti elasticizzati o stretch, scocche dei telefoni cellulari, connettori auto.


LA SOLUZIONE


Il caso degli odori era finito sui banchi del consiglio comunale un anno fa, su richiesta delle minoranze consiliari. In quella circostanza, l’azienda aveva annunciato che era pronta ad investire circa 500mila euro per risolvere il problema delle emissioni ed ad abbattere quasi del tutto i rumori. Il direttore dello stabilimento Alberto Dessì aveva detto. «Investiremo 500mila euro su una copertura delle vasca. Verrà posizionata sopra una calotta in materiale plastico e le emissioni verranno setacciate da una serie di filtri a carboni attivi prima di essere emessi nell’aria. Stiamo valutando altre soluzioni come l’emissione di ossigeno nelle vasche di refluo per evitare fermentazioni. Sulla vasca di prima pioggia abbiamo già risolto il problema con una copertura, un investimento di 30mila euro». In questi mesi inoltre sono stati effettuati dei test sui filtri carbone dei serbatoi. «Noi abbiamo investito sul territorio, dal 2014, da quando abbiamo acquistato il sito, circa 100 milioni di euro. Hanno lavorato per l’azienda oltre 100 aziende locali ed investiamo costantemente sul territorio. Ad oggi occupiamo 84 persone. Il 70% delle nostre maestranze è polesano. Stiamo inoltre cercando di far conoscere l’azienda sul territorio per creare una struttura di persone che un domani potranno lavorare da noi. Stiamo cercando e vorremo creare delle specialità che in zona non sono facili da trovare». Era stato infatti sviluppato un questionario per modulare la creazione di nuove professionalità nel territorio, attraverso percorsi formativi con le scuole e attività per far conoscere il settore della bioeconomia. Dessi aveva parlato allora di un dialogo continuativo con il territorio.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino