CASTELMASSA È stato riconosciuto colpevole di tentato omicidio e condannato a otto anni di reclusione, mentre la giovane moglie, presente in aula e che per tutta...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LITIGI TRA CONIUGI
Fra i due coniugi, entrambi disoccupati e di origini marocchine, con la ragazza che ha ottenuto la cittadinanza italiana, i litigi non erano infrequenti, ma stavolta tutto avrebbe assunto una piega diversa. Tuttavia la moglie, già poche ore dopo l'arresto del marito, mentre si trovava ancora in ospedale per le conseguenze dovute all'aver respirato e ingerito la benzina che le era stata versata addosso, aveva ritirato la querela nei confronti del marito, anche se per un ipotesi di reato come quella di tentato omicidio l'accusa resta comunque in piedi perché è procedibile d'ufficio. La giovane, poi, quando nella scorsa udienza, a luglio, era stata sentita come testimone, aveva cercato in ogni modo di minimizzare «Eravamo tutti e due ubriachi, eravamo stati fuori e avevamo bevuto diversi spritz. Poi abbiamo iniziato a litigare per futili motivi, lui mi ha detto di andare via e io ho iniziato a preparare le valigie, allora mi ha fermato prendendomi per i polsi e mi ha buttato sul letto. Avevo le unghie finte, mi si sono spezzate. Dopo, lui ha detto che si andava a fare una doccia e siccome abbiamo lo scaldabagno a legna, ha preso la benzina per accenderlo. È in questo momento che ha lanciato la bottiglia e il liquido infiammabile mi è venuto addosso. Avevo i capelli e i vestiti bagnati. Ma per sbaglio, non aveva intenzione di farmi del male, non l'avrebbe mai fatto. Mi bruciavano gli occhi e non respiravo bene, per questo ho chiamato il 118. Litighiamo spesso, normali litigi per la gelosia di entrambi, ma non è una persona violenta, altrimenti non lo avrei mai sposato». Su questa linea si è attesta la difesa, affidata all'avvocato Andrea Cirillo. Anche il fratello di El Asri, sentito come testimone nel corso della stessa udienza, aveva offerto una ricostruzione dei fatti meno pesante rispetto alla pesantissima accusa mossa dai carabinieri. Una versione ritenuta non credibile dai giudici, tanto che nei suoi confronti, contestualmente alla lettura della sentenza, è stato disposto l'invio degli atti in Procura perché venga valutato se sussistano gli estremi della falsa testimonianza.
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino