Don Gerardo, prete 2.0: fa le omelie con il pc e le slides a messa

Don Gerardo al lavoro
CASTELLO DI GODEGO (TREVISO) - Per spiegare il vangelo e la grandezza di Dio cosa c’è di meglio delle opere di Giotto, del Beato Angelico, di Caravaggio e Leonardo, proiettate...

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CASTELLO DI GODEGO (TREVISO) - Per spiegare il vangelo e la grandezza di Dio cosa c’è di meglio delle opere di Giotto, del Beato Angelico, di Caravaggio e Leonardo, proiettate in chiesa durante la predica.




Vangelo, fede, cultura e internet vanno a braccetto a Castello di Godego, dove il nuovo parroco, don Gerardo Giacometti, ha introdotto nuovi sistemi per parlare di fede attraverso internet, ma soprattutto scoprendo e spiegando con gli occhi del Vangelo le opere pittoriche dei grandi artisti italiani.



Durante le sue omelie, infatti, don Gerardo usa il computer, e su uno schermo sistemato in chiesa proietta le «slides», le sue immagini, per spiegare l'annunciazione del Beato Angelico o la sacra famiglia di Giotto dipinti nella cappella degli Scrovegni di Padova, oppure le opere del Caravaggio. Per domenica 4 gennaio, il «Battesimo di Gesù», c'è già un'anticipazione: durante la predica spiegherà il vangelo partendo da un dipinto del Bellini, conservato nella chiesa di Santa Corona a Vicenza.



«L'idea è nata per tentare nuove strade di annuncio - spiega don Gerardo - che possano incidere sulla vita delle persone. L’arte consente questo legame, perché ha una grande forza comunicativa e suscita emozione».



Nessun rischio, per il parroco, che il messaggio venga travisato, che il Vangelo passi in secondo piano. «Le opere d’arte - spiega don Gerardo - quelle della nostra tradizione, portano lo stesso messaggio. La fede parte dai vangeli, ma anche da una tradizione, da una storia, e in questa c’è anche l'arte. Quindi perché non sfruttarla?».



Da sfruttare anche un artista «maledetto» come Caravaggio. «Che è uno dei miei preferiti - prosegue il parroco - Caravaggio con il suo chiaroscuro ci dice che le dinamiche dei credenti hanno anche lati oscuri, ma dove il mistero di Dio si fa presente. Il realismo caravaggesco è una sfida, e ci permette anche di spiegare come la fede debba passare dal rigore al vigore».



Quindi, vangelo, fede, cultura e internet in chiesa. «Certo - conclude il parroco - perché mi sta a cuore anche l'apertura culturale e su questo mi sembra di vedere, di cogliere una certa fatica soprattutto dai ragazzi. Infatti ci siamo preparati per il Natale studiando il Giovanni Battista di Leonardo da Vinci. Insomma, penso che la tecnologia e l'arte debbano essere a supporto della fede, non esauriscono la parola, ma sono di supporto, perché la fede ha bisogno di tutti i sensi». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino