Ai Giardini di Castello atti di vandalismo e statue abbandonate al degrado

Una statua abbandonata a terra
VENEZIA - L’area dei Giardini pubblici di Castello, nei pressi della Biennale, versano, ormai da tempo, in un evidente stato di degrado: il ghiaietto, soprattutto quello...

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VENEZIA - L’area dei Giardini pubblici di Castello, nei pressi della Biennale, versano, ormai da tempo, in un evidente stato di degrado: il ghiaietto, soprattutto quello all’ingresso principale, prospiciente il Bacino di San Marco è sconnesso, mal livellato, tanto da creare pozze di acqua ad ogni pioggia, le statue sono danneggiate e coperte di muschio, la grande pagoda in ferro è arrugginita. Al degrado per così dire “abituale”, si sono aggiunti, ultimamente, altri evidenti danni. Una statua marmorea che rappresenta una figura mitologica è stata completamente sradicata dal suo basamento e giace a terra tra i cespugli, priva delle braccia e della testa. Non lontano, un'altra statua sempre in marmo è coperta dalla testa fino ai polpacci da una leggera tela nera su cui qualche burlone o “artista” ha applicato con la colla un gran quantità di foglie autunnali. Basta percorrere dieci metri e ci si imbatte nella grande pagoda in ferro, una struttura da tempo arrugginita, circondata da panchine su cui, anche in pieno giorno, stazionano, con i loro cartocci di vino, alcune persone in evidente stato di disagio e di povertà. Usciti dai Giardini la situazione non migliora. In riva dei Partigiani, proprio accanto agli imbarcaderi dei vaporetti c’è una zona transennata. All’interno alcune colonnine in marmo, divelte dalla forza dell’Acqua Granda dello scorso 12 novembre, e poi pezzi di balaustre e marmi non meglio identificati che giacciono a terra in attesa di essere ripristinati.


Non è la prima volta che l’area dei Giardini di Castello, i cui lavori furono avviati nel 1808 su progetto di Giannantonio Selva in collaborazione con Pietro Antonio Zorzi, sono oggetto di danneggiamenti. Difatti già nel 2013 alcune statue che ritraggono personaggi famosi o scene mitologiche, in parte scolpite nel ‘700 in parte di fattura più recente, sono state prese di mira dai vandali. Di alcune di esse non sono stati recuperati i pezzi mancanti, probabilmente trafugati, di altre sono stati ritrovati frammenti e schegge e qualche pezzo di maggior dimensione. Tuttora la maggior parte di queste statue versa in uno stato che definire “pietoso” è poco: ad alcune mancano le braccia, ad altre il volto è completamente sfigurato, tutte sono coperte da muschio, foglie e sporcizia che le rendono irriconoscibili. Miglior sorte è toccata alla statua bronzea raffigurante una partigiana distesa, con le mani legate, che affiora a pelo d’acqua, la famosa Partigiana scolpita da Augusto Murer e collocata, nel 1969, su supporti in pietra disegnati da Carlo Scarpa. La Partigiana, che rappresenta la donna nella Resistenza, è stata ripulita e sistemata lo scorso aprile, così come il piccolo prato antistante l’opera. In quell’occasione erano stati annunciati anche i lavori di ripristino dei manufatti all’interno dei Giardini, restauri che, al momento, sono rimasti solo sulla carta.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino