La preside della scuola dello scandalo si difende: «Noi non c'entriamo»

La preside della scuola dello scandalo si difende: «Noi non c'entriamo»
CASTELFRANCO - «L’episodio è successo fuori dalla scuola e l'istituto non poteva certo prevedere il verificarsi di un fatto così eccezionale»: la preside della scuola...

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CASTELFRANCO - «L’episodio è successo fuori dalla scuola e l'istituto non poteva certo prevedere il verificarsi di un fatto così eccezionale»: la preside della scuola dove studiano due dei 4 protagonisti della vicenda, prende di petto la questione. «Noi abbiamo sempre offerto percorsi formativi che comprendono anche un supporto nell'affrontare l'approccio dei ragazzi con l'affettività. L'anno scorso i ragazzi hanno anche seguito delle lezioni sull'utilizzo delle nuove tecnologie».




Ma da quest'anno ci sono delle novità. «Abbiamo instaurato una collaborazione con il Consultorio, che l'anno scorso offriva il suo supporto solo nell'attività formativa delle scuole superiori, facendo rete, per fornire tutti gli strumenti ai ragazzi». Insomma la prevenzione, secondo la preside, c'è.



La famiglia e lo psicologo che segue la 13enne hanno però chiesto di sensibilizzare gli studenti su quello che è accaduto. «La famiglia ha fatto tutto quello che doveva e poteva fare. Il rischio è che lei continui ad andare a scuola senza che nessuno capisca quello che è successo - precisa lo psicoterapeuta - . I rapporti con i compagni di classe fino ad oggi sono stati ambivalenti. Nei giorni scorsi si sono anche diffuse alcune voci fantasiose, di cui la 13enne è a conoscenza, secondo cui la ragazza si era trasferita o addirittura suicidata.



«Bisogna lavorare perchè la fantasia dei ragazzi non corra troppo e non produca più danni di quelli giù fatti». La scuola comunque si sta attivando anche per tamponare gli effetti della vicenda prima che abbiano conseguenze ancor più gravi.



«Noi lavoriamo in collaborazione con i carabinieri -continua la preside - . L'anno scorso abbiamo lavorato con l'agenzia Bimbi in rete e anche dopo il caso della giovane mamma abbiamo chiamato una psicologa». E il consiglio di far cambiare scuola ai ragazzi? «L'abbiamo dato, è vero. Ma solo per tutelare la loro emotività. Volevamo evitare che il clima a scuola complicasse la situazione. Non pensavamo che la ragazza fosse pronta ad affrontare lo stesso ambiente dopo quello che è successo». Invece lei ha reagito alla grande, mentre il compagno di classe coinvolto nella vicenda alla fine ha cambiato istituto. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino