Caso Resinovich, il marito di Liliana si oppone alla richiesta di archiviazione della Procura

Caso Resinovich, il marito di Liliana si oppone alla richiesta di archiviazione della Procura
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TRIESTE - I difensori di Sebastiano Visintin, alla luce delle «risultanze dichiarative e documentali» emerse dall'attività investigativa della procura di Trieste, si oppongono alla richiesta di archiviazione per la morte di Liliana Resinovich, scomparsa il 14 dicembre 2021 e trovata senza vita il 5 gennaio 2022 nell'area boschiva dell'ex ospedale psichiatrico di San Giovanni. Dopo oltre un anno di indagini, lo scorso 21 febbraio, la procura era arrivata alla conclusione che l'unica ipotesi possibile fosse il suicidio. «Pur approfondito il tema degli accertamenti scientifici impressi dalla procura in ordine sia all'esame autoptico, - per quell'evidente discrasia tra i dati circostanziali dell'evento e quelli di carattere anatomopatoligico -, che dei luoghi, siccome dei materiali rinvenuti sulla scena del crimine, preso atto altresì della perizia psicologica esperita dai consulenti di parte, considerato come rimanga tutt'ora irrisolto il come e il quando sia avvenuto il decesso di Liliana Resinovich, nella duplice, ancorché antitetica, direzione del suicidio, - finanche nelle forme istigate -, ovvero, della morte "per mano altrui"», la difesa si rivolge al gip che dovrà decidere sulla richiesta della procura. In particolare l'auspicio è che un approfondimento dell'esame autoptico, coniugato con l'analisi investigativa di tutti gli elementi di prova, «possa risolvere ogni dubbio che l'esito del procedimento, fin qui, lascia aperto».
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Il Gazzettino