Caso Nft, Visentin si smarca: documenti inviati in Procura

Caso Nft, Visentin si smarca: documenti inviati in Procura
SILEA - Nuovo capitolo della vicenda Nft. Christian Visentin, 46enne di Conegliano, ex direttore commerciale della società di Silea che investiva in criptovalute...

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SILEA - Nuovo capitolo della vicenda Nft. Christian Visentin, 46enne di Conegliano, ex direttore commerciale della società di Silea che investiva in criptovalute promettendo interessi del 10% mensile (ex perché risulta rimosso dall’incarico, ndr) ha inviato alla Procura di Treviso una corposa memoria difensiva. «Circa una decina di pagine - afferma il suo legale, l’avvocato Paolo Gianatti - ma con una grossa mole di allegati». Sul contenuto le bocche restano cucite, vista la delicatezza delle indagini e la fase in cui si trovano al momento. Di certo c’è che l’avvocato Gianatti sottolinea come il suo assistito abbia «esposto la propria versione dei fatti al pubblico ministero anche correggendo quanto in parte trapelato dagli organi di stampa». Non solo: «Il signor Visentin ha anche confermato la disponibilità a essere sentito dall’autorità giudiziaria. Sarà quindi possibile un ridimensionamento della sua posizione rispetto all’immagine apparsa fino ad ora tramite i mezzi di informazione». 


LE INDAGINI
Christian Visentin è uno dei sei indagati dalla Procura di Treviso per l’ipotesi di reato di truffa. Assieme a lui ci sono l’avvocato romano Emanuele Giullini, Mauro Rizzato, 55enne di San Pietro di Feletto, anche lui direttore commerciale della Nft, Mario Danese, 58 anni, ex direttore della società, e i due procacciatori Michele Marchi, 32enne di San Pietro di Feletto, e il meccanico pordenonese Maurizio Sartor, 57enne di Fiume Veneto. Secondo gli inquirenti la società di Silea avrebbe fatto sparire circa 100 milioni di euro a una platea di 6mila investitori che avevano consegnato il loro denaro alla società di Silea affinché lo investisse in criptovalute, con la promessa di interessi mensili del 10%. Denaro che, dallo scorso agosto, non è più stato versato dalla società.
LE PROMESSE

Da quel momento si è susseguita una serie di promesse di pagamento puntualmente disattesa. Tanto che le associazioni dei consumatori, alle quali a centinaia si sono rivolti gli investitori, continuano a invitare chiunque abbia avuto a che fare con la Nft di sporgere querela. Soltanto Federconsumatori e Adiconsum ne hanno depositate insieme oltre 250. Ma molti “clienti” si sono mossi singolarmente. Ora spetta alla Procura decidere se convocare o meno Visentin per sottoporlo a interrogatorio.

 

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Il Gazzettino