Caso Regeni, Tajani avverte l'Egitto: «Il processo proseguirà per la ricerca della verità e della giustizia»

Caso Regeni, Tajani avverte l'Egitto: «Il processo proseguirà per la ricerca della verità e della giustizia»
«Il processo penale proseguirà per la ricerca della verità e della giustizia». Sono le parole del ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha...

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«Il processo penale proseguirà per la ricerca della verità e della giustizia». Sono le parole del ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha informato le autorità egiziane della decisione della Corte costituzionale italiana sul caso Regeni. Il titolare della Farnesina lo ha dichiarato durante la conferenza stampa con il collega egiziano Sameh Shoukry al Cairo.

Giulio Regeni, triestino, era un dottorando dell'Università di Cambridge quando fu rapito a Il Cairo il 25 gennaio 2016, giorno del quinto anniversario delle proteste di piazza Tahrir, e ritrovato senza vita il 3 febbraio successivo nelle vicinanze di una prigione dei servizi segreti egiziani.

Gli ultimi sviluppi sulla vicenda avevano visto, nello scorso 20 settembre, la trattazione della questione sollevata dal Tribunale di Roma relativa all'assenza degli imputati: quattro 007 egiziani. Si tratta del generale Sabir Tariq, i colonnelli Usham Helmi e Athar Kamel Mohamed Ibrahim, e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif, accusati a vario titolo di sequestro di persona pluriaggravato, lesioni aggravate e concorso in omicidio aggravato.

La Consulta aveva quindi sbloccato il processo, stabilendo che gli imputati potessero essere giudicati anche in loro assenza. Entro fine anno sarà dunque fissata la nuova udienza gup. Verrà così riaperto il dibattimento e, in caso di rinvio a giudizio per i 4 imputati, il processo finirà, nel 2024, all'attenzione dei giudici della Corte d'Assise.

 

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Il Gazzettino