Sedici aree militari dismesse trasferite ai comuni. Sancito il passaggio di proprietà dell'ex caserma Francescatto

L’operazione riguarda San Martino al Tagliamento, Ampezzo, Chiusaforte, Sutrio e Tarvisio

Sedici aree militari dismesse trasferite ai comuni. Sancito il passaggio di proprietà dell'ex caserma Francescatto
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PORDENONE/UDINE - «Da oggi possiamo entrare nell’ex caserma Francescatto, grande quanto il centro di Cividale. Organizzeremo al più presto una visita aperta a tutta la cittadinanza, con la presentazione del progetto di valorizzazione e relativo rendering che è stato redatto, su committenza comunale, dall’Università di Trieste». Parole dette con energia ieri dalla sindaco di Cividale, Daniela Bernardi, all’atto della firma del contratto con cui l’ex caserma diventa a tutti gli effetti proprietà dei cividalesi, dopo che il Demanio l’ha ceduta alla Regione e questa, previa deliberazione del Consiglio comunale che ha espresso la volontà di riceverla dopo averla, l’ha trasferita all’ente locale. La cerimonia, che ha sancito il momento storico, ieri nella sede della Regione a Udine, presenti l’assessore regionale al Demanio Sebastiano Callari e altri sei sindaci che hanno firmato l’atto di consegna. Complessivamente, sono stati trasferiti sedici beni. Il Governo, a seguito di un iter complesso in cui ha avuto un ruolo giuridicamente fondamentale la commissione Paritetica, nei mesi scorsi ha dato il via libera alla cessione di 26 manufatti appartenenti al Demanio. La quota che ieri non è stata ceduta, sarà consegnata dall’Agenzia del Demanio nelle prossime settimane, con un’analoga procedura di sottoscrizione degli atti.


SAN MARTINO AL TAGLIAMENTO
«Sono soddisfatto perché la richiesta delle postazioni a ridosso dell’argine del Tagliamento l’avevo presentata io e ora finalmente possiamo attivarci per realizzare il progetto che ci ha indotto a fare l’istanza – ha commentato il sindaco di San Martino al Tagliamento, Francesco Del Bianco -. Intendiamo sviluppare il Parco del Tagliamento, realizzare un tratto di pista ciclabile e utilizzare le postazioni che erano state realizzate all’epoca della Guerra fredda per finalità turistiche e naturalistiche». Hanno idee già chiare su come ridare vita ai beni di cui ora tornano in possesso anche gli altri sindaci che hanno siglato l’atto ieri, cioè i primi cittadini di Ampezzo, Chiusaforte, Sutrio, Tarvisio e Tolmezzo. I rispettivi Consiglio comunali già alla fine dell’anno scorso avevano deliberato per confermare l’interesse per i beni che essi stessi avevano richiesto allo Stato. I dieci beni per i quali l’atto di consegna si firmerà prossimamente appartengono ai Comuni di Chiopris-Viscone, Gradisca d’Isonzo, Maniago, Osoppo, Pontebba e Pordenone. 


MOSSA ANTI DEGRADO
«Mettere nelle concrete disponibilità dei municipi che ne hanno fatto richiesta beni dello Stato dismessi da tempo e altrimenti destinati al degrado, significa consegnare a tutta la comunità del Friuli Venezia Giulia un patrimonio storico di vasta portata – ha commentato l’assessore Callari, al termine delle firme e ascoltando le progettualità che sono state presentate -. Si tratta di una risorsa di non poco conto per la valorizzazione e la promozione del territorio sotto il profilo turistico e dei servizi, in un generale arricchimento a vantaggio delle comunità».


SECONDA VITA


Un esempio di tale patrimonio sono proprio le due ex caserme consegnate ieri. La Francescatto, che fu presidio dell’Alpina Brigata Julia sino al 2018, è nel centro della città ducale ed è composta da 20 edifici, tra cui una piccola chiesa, e da un’ampia area scoperta a ridosso delle rive del fiume Natisone. La ex caserma Cantore a Tolmezzo, anch’essa sede di uno dei Reggimenti Alpini Brigata Julia, ha una storia che è iniziata nel 1714, quando fu edificato il primo nucleo, palazzo Linussio. «Questi siti avranno concretamente una seconda vita», ha concluso Callari, citando anche «la creazione di aree di sosta, di itinerari e di spazi per la promozione dell’agroalimentare tipico, come si pensa di fare ad Ampezzo; la realizzazione di interventi per ospitare musei, scuole, ed edilizia popolare come si progetta a Chiusaforte».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino