VILLADOSE - Un’amicizia che sembrava essere senza confini. In grado di arrivare fino a Santo Domingo. È qui, infatti, che sorgono due immobili che sono stati al...
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AMICI D’INFANZIA
Dietro a tutto la storia di un’amicizia, fin dagli anni dell’infanzia. Ed un grave incidente in seguito al quale uno dei due ha avuto conseguenze pesanti. Una crisi depressiva e la necessità di una pesante terapia farmacologica. L’amico gli sarebbe stato vicino, ma secondo quello che è poi emerso, avrebbe finito per approfittarsi della condizione dell’altro.
Già all’inizio del 2013, quando avrebbe chiesto e ottenuto dall’amico, di Villadose, allora 50enne, che risulta affetto da una “minorazione connessa ad un disturbo depressivo cronicizzato secondario ad un grave sinistro”, un prestito consistente, nell’ordine dei 118 mila euro. Ma questo sarebbe stato solo il primo passo, perché nel mese di febbraio di quello stesso anno si è poi fatto assumere come collaboratore domestico, una sorta di “badante”, con uno stipendio di circa 5mila euro al mese, intascando in tutto, fino al settembre dell’anno successivo, una somma complessiva superiore agli 80mila euro. Nel frattempo avrebbe anche convinto l’amico ad investire nell’acquisto di due immobili nella Repubblica Dominicana; uno, per un costo di 120 mila euro, del quale si è poi fatto concedere l’usufrutto nel maggio del 2014 ed un secondo, da 200 mila euro, che è si è invece fatto cointestare. Inoltre, il 23 giugno, si è fatto anche nominare come unico erede testamentario.
INGIUSTO PROFITTO
Tutte azioni che, secondo la Procura, avrebbero procurato un ingiusto profitto all’imputato, che avrebbe abusato dello stato di infermità psichica della vittima, la cui patologia, secondo le conclusioni del consulente tecnico, risulterebbe in grado di configurare una ridotta capacità di autodeterminazione, ben riconoscibile anche da chi non abbia conoscenze mediche specialistiche. Il tutto, attraverso un condizionamento psicologico. La vittima avrebbe poi avuto un pesante contraccolpo psicologico rendendosi conto che l’amicizia si era forse trasformata in qualcosa di diverso. E nel dicembre 2016 ha poi sporto denuncia contro l’ex amico.
Secondo la difesa, affidata all’avvocato Sofia Tiengo, il suo assistito non ha mai considerato l’amico come una persona con una minorata capacità di intendere e volere ed aveva sempre considerato le generose azioni a suo favore come una ricompensa per l’essersi dedicato quotidianamente ad aiutare l’altro. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino