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FRIULI - L’arrivo del “certificato verde” (per chi è vaccinato, guarito dal Covid e in possesso di esito negativo del tampone eseguito nelle ultime 48 ore) consentirà anche di agevolare le visite dei parenti degli ospiti nelle case di riposo. Lo aveva stabilito, con un’ordinanza firmata ancora a inizio maggio, il ministro della Salute Roberto Speranza proprio per rispondere alle esigenze dei familiari degli ospiti di centri anziani ed Rsa desiderosi di tornare a fare visita ai loro cari dopo un lungo periodo di isolamento. Il pass verde (che consentirà l’ingresso, oltre che nelle case di riposo a una serie di altri eventi come matrimoni, feste, fiere, convegni, eventi sportivi e concerti) consentirà così di superare il problema che anche in diversi centri anziani del Friuli occidentale si era posto nelle settimane scorse rispetto al nodo della privacy. Si ricorderà, infatti, che era sorto il problema legato alla verifica, da parte delle stesse case di riposo, delle condizioni legate alla vaccinazione avvenuta per gli ingressi dei parenti per le visite. Siccome il dato sanitario rientra nella privacy in alcuni casi era scattato lo stop alle stesse visite. Ora il “green pass” consentirà di superare l’ostacolo privacy e quindi di agevolare gli ingressi dei parenti nelle strutture per anziani.
FLESSIBILITÀ
Ormai da diverse settimane, al netto del nodo privacy, però la maggior parte delle case di riposo ha riaperto alle visite dopo la verifica con i partenti della condizione vaccinale o del certificato di guarigione dal Covid o con l’esito del tampone eseguito nelle precedenti 48 ore.
OPERATORI E VACCINI
Non è invece ancora partita, da parte di Asfo che l’ha invece avviata per i propri dipendenti già nelle scorse settimane, la procedura di verifica sugli operatori delle case di riposo non ancora vaccinati. Come ai medici, infermieri e Oss dell’Asfo, infatti anche agli operatori delle 23 strutture per anziani convenzionate con l’Azienda sanitaria pordenonese, arriverà la lettera di “richiamo” relativa all’obbligo di vaccinazione previsto dal decreto governativo di aprile. Nella missiva si ricorderà quali sono le conseguenze (demansionamento o sospensione dal lavoro senza stipendio fino a fine anno) per gli operatori sanitari che non si vaccineranno nonostante il “richiamo”. La verifica dovrebbe riguardare anche i dipendenti delle cooperative i cui operatori sanitari svolgono i servizi in appalto nelle stesse strutture per anziani convenzionate. Proprio ieri, tra i nuovi contagi in regione, risultava un operatore di una casa di riposo.
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Il Gazzettino