Graduatorie case popolari, il Tribunale "boccia" la riforma di Fedriga che favoriva gli italiani

Case popolari a Pordenone
PORDENONE E UDINE - Il Tribunale di Udine con ordinanza ha...

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PORDENONE E UDINE - Il Tribunale di Udine con ordinanza ha “bocciato” il sistema regionale creato per sostenere gli affitti delle residenze popolari. Il metodo era stato ideato per dare la precedenza ai cittadini della regione nelle graduatorie. «Prendiamo atto con rammarico della decisione presa dal Tribunale di Udine. In questo modo si crea una discriminazione verso i cittadini italiani e in particolare verso quelli del Friuli Venezia Giulia». Il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, commenta così l’ordinanza del Tribunale di Udine che impone alla Regione la modifica al regolamento per il sostegno al contributo economico degli affitti. «Qui le autorità competenti sono in grado di verificare il contenuto di una autocertificazione in merito alle proprietà di un cittadino italiano - ricorda Fedriga -. Lo stesso invece non può essere fatto nel caso di persone provenienti da alcuni Paesi. In Friuli Venezia Giulia non viene fatto nulla di straordinario - aggiunge -. Chiediamo solamente che queste persone certifichino di non possedere una determinata proprietà. Non vi è nulla di discriminatorio in tutto questo. Al contrario - sottolinea Fedriga - riteniamo che la decisione del Tribunale di Udine sia fortemente discriminatoria nei confronti dei cittadini italiani che di fatto fanno una autocertificazione verificabile, a differenza di chi è chiamato a produrre una autocertificazione non verificabile. Ora stiamo valutando se ci sono i margini per opporci a questa ordinanza - annuncia il governatore -. Comunque non demordiamo e troveremo altri strumenti per non tornare indietro. Prima di questa Amministrazione i cittadini arrivati da poco tempo in Friuli Venezia Giulia e provenienti da Paesi lontani si trovavano sempre nei primi posti nelle graduatorie sul lavoro, come in quelle per le abitazioni Ater e per i contributi». «Nessuno vuole discriminare queste persone però riteniamo ci debba essere un principio di priorità che - conclude Fedriga - tenga nella giusta considerazione chi adesso si trova in uno stato di difficoltà ma che per tanti anni, pagando le tasse in Italia, ha contribuito a fa

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Il Gazzettino