Dopo il caso di via Barcis la polizia va a caccia di case occupate

Il comandante Maurizio Zorzetto ha creato una squadra per avere la mappa del rischio in città

Case occupate, polizia setaccia gli stabili abbandonati per rintracciare gli abusivi
PORDENONE - La polizia locale di Pordenone va “a caccia” di case occupate. E lo farà con una squadra dedicata, che «compatibilmente con le altre...

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PORDENONE - La polizia locale di Pordenone va “a caccia” di case occupate. E lo farà con una squadra dedicata, che «compatibilmente con le altre esigenze del Comando» cercherà di elaborare una mappa delle zone maggiormente a rischio. L’annuncio l’ha dato il comandante Maurizio Zorzetto e l’operazione è strettamente legata a quanto successo negli scorsi giorni, quando gli agenti della polizia locale di Pordenone sono riusciti ad individuare due cittadini etiopi che occupavano abusivamente l’abitazione del 96enne Veli Cassan in via Barcis, al confine con il comune di San Quirino.


L’ALLARME
Il Comando di polizia locale ha fatto partire l’operazione nelle ultime 72 ore. L’obiettivo è quello di ottenere una mappatura quanto più possibile precisa «di tutti i luoghi abbandonati di Pordenone e dintorni», per rintracciare nel dettaglio sia - eventualmente - edifici occupati da persone che non avrebbero titolo per risiedervi che abitazioni sfitte potenzialmente nel mirino di irregolari. L’allarme è alto anche in conseguenza dell’abbandono del dormitorio di Cordenons. Il surplus di attenzione che la polizia locale vuole dedicare all’argomento è supportato anche dal fatto che l’abitazione di via Barcis era stata occupata da un cittadino rumeno anche prima della scoperta relativa ai due trentenni etiopi successivamente denunciati.

 
L’EPISODIO


Non era la prima volta che la casa di via Barcis veniva occupata. La conferma è arrivata direttamente dal comandante Zorzetto, che nella serata di venerdì con i colleghi ha concluso le indagini sull’occupazione abusiva dell’immobile da parte dei due cittadini di nazionalità etiope. In precedenza, quindi, la stessa casa era entrata nel mirino dell’abusivismo, con un cittadino rumeno che vi aveva fatto ingresso ben prima che i proprietari si accorgessero dei due nuovi inquilini. E sarebbero da ascrivere proprio alla prima effrazione i danni provocati alla struttura, anche se i due cittadini etiopi sempre venerdì si sono offerti di pagare tutto, anche quanto non commesso da loro. Dopo il primo incontro, avvenuto di fronte all’ingresso della casa di via Barcis, Velia Cassan venerdì ha incontrato per la seconda volta i due uomini che dal 12 aprile vivevano a sua insaputa nell’appartamento del padre 96enne. «Ho chiesto io il permesso agli agenti - ha spiegato Cassan - e i due ragazzi si sono scusati. Ho chiesto loro perché avessero deciso di occupare la casa di mio padre, pur avendo un lavoro ed essendo integrati. Mi hanno risposto che non sapevano dove andare». In realtà i due cittadini di nazionalità etiope una casa ce l’avevano. Almeno fino a qualche mese fa. Conferme, queste, emerse tutte nel corso della breve indagine. Erano in affitto, regolarmente. Ma per motivi ancora da sondare si sono ritrovati senza un tetto sotto il quale dormire. Ed è la stessa dinamica che ora teme il comandante della polizia locale Maurizio Zorzetto. Per questo ha dirottato una squadra di suoi uomini con l’obiettivo di avere a disposizione una mappa dei luoghi a rischio. 

 

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Il Gazzettino