Casa finita all'asta, imprenditore perseguita il nuovo proprietario

Casa finita all'asta, imprenditore perseguita il nuovo proprietario
JESOLO - A processo per stalking, con l'accusa di aver tormentato ripetutamente l'uomo che ha acquistato all'asta l'abitazione di famiglia, dopo il fallimento...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

JESOLO - A processo per stalking, con l'accusa di aver tormentato ripetutamente l'uomo che ha acquistato all'asta l'abitazione di famiglia, dopo il fallimento della sua azienda. Un piccolo imprenditore di Jesolo di 39 anni, è stato rinviato a giudizio ieri, a conclusione dell'udienza preliminare, e dovrà comparire di fronte al Tribunale di Venezia nell'udienza del prossimo 26 marzo. Contro di lui si è costituito parte civile la vittima dei contestati atti persecutori che, assistito dall'avvocato Rodolfo Marigonda, chiede di essere risarcito per lo stato di tensione e di paura patito per circa un anno, dal maggio del 2018 al marzo del 2019.


La vicenda, secondo la Procura, sarebbe iniziata nel maggio del 2018: il giorno in cui si stava svolgendo l'asta e fu aggiudicato l'immobile, l'imprenditore jesolano avrebbe avvicinato l'acquirente con fare minaccioso: «Non finisce qui, non sai in che casino ti sei messo, quella è casa mia, lo la lascio» gli avrebbe detto. Per poi iniziare a tempestarlo di messaggi e di telefonate per convincerlo ad incontrarsi e a parlare dell'abitazione. Nel capo d'imputazione, al trentanovenne, viene contestato anche di essersi recato più volte a casa e nel negozio dell'acquirente rivolgendogli minacce: «Io ti rovino e anche se vai dai carabinieri continuerò a camminare davanti alle vetrate del tuo negozio, non me ne frega un cazzo se mi denunci... sappi che se ti trovo fuori di qua sei un uomo morto».

 

 


LA DIFESA

La difesa, rappresentata dall'avvocato Luigi Ravagnan, respinge ogni addebito, sostenendo che non si può certo parlare di stalking. L'imputato ammette di aver fatto visita al rivale in qualche occasione, ma semplicemente perché lo voleva informare che la procedura esecutiva, conclusasi con la vendita all'asta della sua abitazione, era a suo avviso irregolare, in quanto non gli è mai stato notificato il verbale di aggiudicazione della casa. E per chiedere conto dei beni che si trovavano all'interno. La prima questione è oggetto di una causa civile sulla quale è attesa l'ultima parola da parte della Corte di Cassazione. Quanto alla presunta sparizione di mobili e altri beni che si trovavano nella casa, quando è stata assegnata all'acquirente, è stata presentato un esposto e in una prima fase la Procura aveva chiesto l'emissione di un sequestro nei confronti del notaio che, secondo il denunciante, avrebbe falsamente dichiarato che l'abitazione era libera. Il sequestro non è stato concesso in quanto il gip ha ritenuto che la vicenda sia di natura civilistica e la Procura ha quindi chiesto l'archiviazione del fascicolo a carico del notaio. Richiesta contro la quale l'avvocato Ravagnan ha presentato opposizione ed è in attesa di fissazione dell'udienza.

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino