Casarsa piange Pietro Dorigo: in Australia aveva scoperto i kiwi, diventando poi pioniere nel suo Friuli

Pietro Dorigo, aveva 89 anni
CASARSA - Era un sangiovannese puro, uno di quelli che i casarsesi, che si sentono più “cittadini” (volutamente tra virgolette), usano sminuire. L’anima...

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CASARSA - Era un sangiovannese puro, uno di quelli che i casarsesi, che si sentono più “cittadini” (volutamente tra virgolette), usano sminuire. L’anima era contadina, spinta però lontano dalla voglia di riscatto, dalla fame di costruire qualcosa. Pietro Dorigo, per tutti Pieri, ci era riuscito: aveva “conquistato” tanto, perfino i casarsesi. È morto ieri in ospedale a Pordenone, a 89 anni. Era gravemente malato da tempo, ma era risultato anche positivo al Covid. Ha lasciato la famiglia, molto nota a San Giovanni, ma soprattutto una scia di “firme” sul libro di storia del paese. 


IL RITRATTO
Primavera del 1955, porto di Messina. È in partenza la nave Flaminia. Direzione Queensland, Australia. Un viaggio eterno. Tra i 400 friulani imbarcati c’è anche Pietro Dorigo. Ha 23 anni e ha “vinto” un bando per lavorare dall’altra parte del mondo. Si lascia alle spalle l’infanzia nei campi, a seguire l’aratro di papà. In Australia taglierà canna da zucchero per 12mila lire al giorno. Soldoni, allora. In quella terra lontana e quasi irraggiungibile, però, conoscerà anche i kiwi. E gli torneranno utili. Al rientro a San Giovanni, quattro anni più tardi, inizia infatti un’altra storia. Pietro Dorigo diventa piano piano uno dei pionieri della coltivazione di kiwi in tutto il Friuli Venezia Giulia. Arriverà anche a presiedere la società Friulkiwi, leader nel settore. Il figlio della San Giovanni rurale fa crescere l’azienda agricola di famiglia, diventa anche vicepresidente della Cantina sociale di Casarsa, praticamente la massima aspirazione per chi è nato all’ombra dei silos sulla Pontebbana. Poi la politica: dieci anni da assessore, dal 1980 al 1990, con la Democrazia cristiana. «Per partire per l’Australia - ripeteva - non potevi essere comunista. Te lo chiedevano all’imbarco». Sua anche la firma sull’atto costitutivo della Pro Loco di Casarsa, nel 1981. Infine gli ultimi anni, fatti di incontri e di consigli. E i ricordi di una vita piena, fatta di difficoltà trasformate in opportunità. 
IL RICORDO

Anche il sindaco Lavinia Clarotto, altra sangiovannese che ha “conquistato” Casarsa, ha voluto ricordare “Pieri”. «È stata una persona di riferimento per il mondo agricolo attorno al quale è cresciuto tutto il paese. Era legato ai valori contadini e li ha sempre difesi. Mancherà a tutta la comunità».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino