Effetto lockdown: la piscina non riapre. Trenta collaboratori sportivi restano a casa

Una vasca dell'Acquafit 2.0 di Casale sul Sile
CASALE SUL SILE La piscina non riapre più dopo tre mesi di lockdown e trenta collaboratori sportivi rimangono senza lavoro di punto in bianco, con appena 48 ore di...

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CASALE SUL SILE La piscina non riapre più dopo tre mesi di lockdown e trenta collaboratori sportivi rimangono senza lavoro di punto in bianco, con appena 48 ore di preavviso. L’onda d’urto della chiusura della piscina Acquafit 2.0 di Casale sul Sile presenta così il conto salato a tutta la squadra del personale qualificato della struttura sportiva all’indomani della chiusura, ufficializzata lo scorso 29 maggio. Direttore sportivo, allenatori, istruttori della palestra, maestri di acquafit, tutti a casa e senza stipendio da tre mesi: «Il meccanismo delle collaborazioni sportive è molto fragile – spiega Daniele Zanata, fino a due settimane fa direttore sportivo di Acquafit 2.0 – Il contratto prevede al massimo due giorni di preavviso. Questo è previsto nelle lettere d’incarico. E non esiste liquidazione. Ma nel settore esiste tuttavia quello che noi chiamiamo il “gentlemen agreement”. La possibilità cioè di avvisare in tempo utile quando il rapporto di lavoro volge al termine. Io lavoro nel settore dall’89 e mai mi era capitata una cosa del genere». 

LA BEFFA
Dopo il danno per i trenta collaboratori sportivi che hanno perso il lavoro pure la beffa del ritardo nell’erogazione del bonus di 600 euro messo in conto come “stampella”. Il salvagente è stato lanciato a tutti i lavoratori inquadrati come “collaboratori sportivi” dopo le sollecitazioni da parte del ministro per le Politiche giovanili e lo sport Vincenzo Spadafora soltanto a partire dal primo giugno: «Abbiamo ricevuto la prima tranche relativa a marzo – mette in chiaro l’ex direttore sportivo della piscina di Casale – Ed è la prima volta che il governo interviene per una misura di emergenza nei riguardi dei collaboratori sportivi considerati come lavoratori atipici. Ma la dopo le prossime tranche di aprile e maggio nelle tasche non ci entrerà più nulla. E con tutto il settore sportivo in crisi è ancora più difficile trovare una nuova possibilità di collaborazione». 
IL SILENZIO

La piscina di via Belvedere era diventata dal 2015 fulcro della rinascita sportiva del territorio. Punto di approdo per migliaia sportivi in arrivo da tutta la Marca. Non ultima la promozione nel 2017 della società di Casale a Scuola nuoto federale giunta da parte della Fin. Ma dal momento dell’annunciata chiusura intorno alla struttura sportiva è calato il silenzio: «Nessuno, comprese le istituzioni, hanno dimostrato il minimo interesse verso la chiusura – continua Zanata – Il personale qualificato, tutti diplomati Isef, hanno rappresentato per anni un punto di riferimento per i tanti sportivi della palestra e piscina. Una squadra di 30 professionisti dello sport che salivano a 50 d’estate. A livello locale c’è stata mancanza totale non solo di solidarietà, ma dell’attenzione che ci saremo invece aspettati. Certo al livello giuridico non c’è stata nessuna mancanza. Ma quella che è mancata è la vicinanza ai dipendenti che hanno perso il lavoro». 

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Il Gazzettino