Casa Zero e il 110% mancato, minacce di morte ai dipendenti: «Viviamo nella paura»

LO SCANDALO Il Consorzio Casa Zero avrebbe truffato centinaia di clienti
NERVESA - Nel pasticcio di Casa Zero spuntano anche minacce di morte. A determinare il progressivo assottigliamento del numero dei dipendenti di Casa Zero, gruppo al centro della...

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NERVESA - Nel pasticcio di Casa Zero spuntano anche minacce di morte. A determinare il progressivo assottigliamento del numero dei dipendenti di Casa Zero, gruppo al centro della grana relativa al bonus 110%, negli ultimi mesi e nelle ultime settimane, sarebbero state, oltre agli stipendi non pagati, anche delle questioni, se possibile, ancor più serie. La delicata questione, infatti, si tinge di giallo, in connessione con la notizia dell’invio, a componenti della dirigenza del gruppo e dipendenti, di lettere di minaccia, probabilmente da parte di qualche cliente disperato. Un tema davvero preoccupante, sul quale stanno indagando le forze dell’ordine.

LA MISSIVA

Una, in particolare, è finita, fra novembre e dicembre, nella cassetta di un dipendente, dimessosi di recente. E il contenuto è assolutamente da brividi. “Agli eredi di...” è l’intestazione, cui segue l’oggetto della lettera, rappresentato da “condoglianze”. Più sotto, proprio al centro del foglio, è rappresentata una pistola, accompagnata dall’eloquente onomatopea “bang”. In coda, il nome di Casa Zero e il suo simbolo. «In tanti anni di attività - racconta l’ex dipendente - di minacce non ne avevo mai ricevute. Negli ultimi mesi, invece, me ne sono arrivate ripetutamente di verbali e, fra fine novembre e inizio dicembre, è arrivata la lettera anonima per posta. Non so con precisione quando sia arrivata, perché non guardo di frequente la cassetta. Ma in dicembre, quando l’ho vista, mi è crollato il mondo addosso e ora io e la mia compagna viviamo nella paura». Il professionista è stato preso dal panico, come pure i suoi affetti. «Viviamo solamente da pochi mesi nell’appartamento in cui è arrivata la lettera -aggiunge- Eppure, chi l’ha mandata mi ha trovato. Inoltre, un investigatore mio amico, ha anche scovato nella mia auto un gps. Qualcuno pertanto deve averlo messo. L’arrivo di queste minacce è stato uno degli elementi che mi hanno indotto alle dimissioni». L’ennesima dimostrazione di una situazione assolutamente incandescente e da tanti punti di vista pericolosa. Intanto, sarebbe imminente il deposito in tribunale dei libri contabili dell’azienda per il fallimento, unito alla rinuncia al concordato. Alla base del fallimento, fra le altre ragioni, il fatto che buona parte dei 162 dipendenti di Casa zero si è mossa infatti già nel corso dell’estate: una cinquantina con i sindacati, altri per conto proprio. Gli stessi man mano se ne sono andati dimettendosi; erano rimasti in 24 e gli ultimi 12 si sono dimessi attorno a metà dicembre. C’è però chi avanza decine di migliaia di euro.

IN TRIBUNALE


Nel frattempo, dopo che Casa Zero ha rinunciato a presentare il piano di rilancio, ci si muove in un’altra direzione. In tribunale è stata chiesta la cessione di un ramo d’azienda di Casa Zero a G.T. Color dando vita a una nuova realtà che si chiamerà G.T. Project. I giudici si sono presi 48/72 ore di tempo per dare una risposta. Intanto, Michele Valle, presidente del comitato “Quelli che aspettano Casazero”, che accoglie oltre 400 proprietari messi in difficoltà dalle vicende del gruppo che ha a Nervesa il “cuore”, ha indirizzato una lettera all’onorevole Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, già autore di prese di posizione sul tema. Dal testo emerge, nella sostanza, la richiesta che i proprietari non devano fare le spese di quanto sta accadendo.

 

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Il Gazzettino